Sabato, 23 Novembre 2024
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Intervista a Isabella Cremonesi, direttrice artistica del teatro del Vigentino di Milano

 

L’improvvisazione teatrale negli ultimi anni ha interessato sempre più spettatori, vuoi per prima cosa spiegare di che cosa si tratta e in che consiste uno match di improvvisazione teatrale?

È l’arte di andare in scena con spettacoli completamente improvvisati. Nell’improvvisazione lo spettacolo nasce con gli spettatori in sala e finisce quando questi escono da teatro e non verrà mai più replicato. Nell’improvvisazione l’attore deve essere anche coreografo e regista perchè tutto nasce solo da chi è in scena, quindi è un’arte di gruppo, interattiva, di comunanza che se vogliamo può essere paragonata al Jazz, dove i musicisti conoscono la musica, ma l’opera nasce al momento. Nell’improvvisazione non si parla di spettacoli di prosa, con un titolo, ma di format e il match di improvvisazione teatrale è uno di questi. Il match nasce nel 1977 a Montréal da due attori canadesi che hanno pensato di unire lo sport al teatro. Quindi è una gara artistica, divisa in due tempi, fra due squadre di attori con un arbitro con tanto di fischietto, due assistenti e i giocatori/attori che indossano delle maglie con i numeri. In una serata vengono disputati diversi sketch che variano da uno a dieci minuti e alla fine di ognuno di questi il pubblico vota la squadra che è piaciuta di più, l’arbitro nel frattempo fischia eventuali falli e a fine serata si decreta il vincitore. Ci sono dei veri e propri campionati sia locali che nazionali, addirittura mondiali.

 

Nel 2005 hai fondato il teatro del Vigentino, che si è poi affermato come punto di riferimento per il teatro d’improvvisazione di Milano e provincia: come è stata la risposta del pubblico all’inizio e come è cambiata nel corso degli anni?

Sono partita dal nulla. All’inizio avevo un corso di improvvisazione di tre allievi che poi sono diventati dieci e da lì è stato un crescendo. Non c’erano i social quindi la pubblicità veniva fatta con volantini stampati a mano che distribuivo nei negozi o nelle fiere di quartiere. Il passaparola è stata l’arma vincente, segnale che il pubblico si divertiva e invitava anche altre persone a venire da noi. 

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Dal 18 settembre al 2 ottobre 2022 si svolgerà la quarta edizione del Milano Off Fringe Festival,  con la direzione artistica di Renato Lombardo e Francesca Vitale. Un evento ricco che animerà la città con 52 spettacoli di altrettante compagnie nazionali e internazionali e altri 84 eventiche coinvolgeranno strutture teatrali, location non convenzionali, associazioni, enti e istituzioni, dal centro alla periferia. Per capire meglio cosa possiamo aspettarci abbiamo intervistato Francesca Vitale.

 

Siete pronti per questa quarta edizione?

Siamo pronti e ci aspettiamo di vivere un Fringe vero e proprio, un periodo durante il quale nei vari luoghi di Milano sarà possibile vivere i quartieri animati da progetti indipendenti di teatro, la città di venterà un palcoscenico. È vero che la prima settimana coinciderà con quella della moda, ma siamo sicuri che ci sarà una buona risposta da parte del pubblico.

 

Il Fringe è un modo in più per portare il teatro alle persone più che le persone a teatro?

Lo scopo è proprio quello di uscire fuori dagli schemi e proporre l’arte in maniera indipendente. Chiunque può prenderne parte. Noi ovviamente facciamo una selezione solo perchè abbiamo pochi spazi  a disposizione però, da quello che abbiamo visto nelle edizioni precedenti, c’è veramente grande voglia di esserci anche da parte del pubblico di vedere nuove proposte di applaudire le performance più belle, ma anche semplicemente di stare insieme, all’aperto o al chiuso conta poco. L’idea di pensare a spazi alternativi è un in più che aiuta sicuramente a far riavvicinare le persone all’arte teatrale.

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Al Festival di Todi, in anteprima nazionale assoluta, è andato in scena, domenica 28 agosto, In Fedeltà, un esperimento scenico giocoso, frutto della creatività originale del drammaturgo scozzese Rob Drummond che mette sul palco il pubblico. Il testo, riadattato e tradotto dal regista milanese Roberto Rustioni, è alla prima uscita in questa XXXVI edizione del Festival umbro e girerà l’Italia nei mesi di ottobre e novembre (dal 4 al 9 ottobre a Cagliari, dal 18 al 20 novembre presso il Teatro Belli di Roma in occasione della rassegna TREND e infine dal 22 al 27 novembre al Teatro Filodrammatici di Milano). Uno spettacolo che rappresenta una performance collaborativa in cui l’attore Loris Fabiani guida due persone single del pubblico, scelte casualmente, nel percorso della conoscenza reciproca. A parlarcene è stato il regista Roberto Rustioni, incontrato in occasione dell’anteprima nazionale al Teatro Comunale di Todi.

Come nasce questa idea e l’interesse per i lavori di Drummond?

L’idea di mettere in scena questo esperimento nasce e si costruisce attraverso vari step. Questo è il primo, in quanto la natura del lavoro stesso porta a creare una sorta di work in progress che sempre si trasforma. L’interesse viene dalla particolarità e originalità delle opere di Drummond e dalla sua idea di messa in scena del tutto nuova per noi. Quando mi hanno chiesto di lavorare con questo autore, mi proposero un altro testo “The Majority” un lavoro del 2018 in cui sostanzialmente si invitava il pubblico britannico a rivotare la Brexit. In quel testo però ho riscontrato la difficoltà di trasportarlo all’interno della realtà italiana poiché un lavoro di riadattamento avrebbe svilito l’anima dell’opera. Così virai su “InFidelity”: un soggetto più universale e aperto in quanto parla dell’amore, di cosa significa la monogamia e il rapporto di coppia ai nostri tempi. 

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Intervista a Eugenio Guarducci, direttore artistico del Todi Festival, in scena dal 27 agosto al 4 settembre 2022 a Todi

 

Questa estate 2022 registra una netta ripresa del turismo e delle attività produttive, comprese quelle degli spettacoli dal vivo. Che risposta vi aspettate per quest’edizione del Todi Festival?

È vero sembra che la ripartenza finalmente ci sia stata e speriamo che prosegua anche a Todi con il nostro festival giunto ormai alla sua trentaseiesima edizione. Devo dire che l’estate che stiamo vivendo ha visto una richiesta veramente alta di spettacoli dal vivo. La società che organizza il Todi Festival si occupa anche di allestimenti di palcoscenici per concerti ed eventi all’aperto e in questi mesi abbiamo avuto una richiesta che è andata ben oltre le migliori aspettative. Devo dire che non è stato facile portare a termine tutti i cantieri ma alla fine ci siamo riusciti…

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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