Sabato, 02 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Yukonstyle in scena al Teatro Studio Uno dal 15 al 18 e dal 22 al 25 febbraio 2018

 

Ci sono una giapponese, un nativo mezzo sangue e una canadese vestita alla kawaii: scritto così potrebbe essere l’inizio di una qualche barzelletta sciocca. Se si aggiunge come scenario lo Yukon è impossibile non pensare al remoto territorio del Canada dove si trova il celeberrimo Klondike, regione arcinota grazie alle tante avventure disneyane. Si tratta, invece, di recensire Yukonstyle: un geniale testo della giovane autrice canadese Sarah Berthiaume che la compagnia teatrale BiTquartett, in coproduzione con il Teatro Studio Uno, ha il coraggio di portare in scena per la prima volta nel nostro Paese.

Recensione dello spettacolo "Con amore, Arianna" in scena al teatro nuovo Orione il 15 febbraio 2018

 

Il 15 febbraio è andato in scena al Nuovo Teatro Orione il quarto appuntamento dell' evento "Corti da legare". Dopo aver trattato temi come la dipendenza dal gioco d'azzardo, il disturbo ossessivo compulsivo e la depressione, protagonista del cortometraggio questa volta è  la dipendenza affettiva. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione "Corti da legare" in cui si incontrano la psicopatologia e la rappresentazione teatrale. Obiettivo è diffondere la conoscenza e sfatare pregiudizi e luoghi comuni sul disagio psicologico attraverso dei cortometraggi sui temi previsti che mettono in scena vicende di persone affette da disturbi del comportamento che attraverso un percorso terapeutico,  riescono a superarlo.

Recensione dello spettacolo “Vincent Van Gogh – L’odore assordante del bianco”, in scena al Teatro Eliseo dal 13 Febbraio al 4 Marzo 2018

 

Van Gogh senza colori. Come immaginarlo senza il suo giallo cromo, senza il blu cobalto, il lapislazzulo, i suoi verdi, i suoi viola? E poi: Van Gogh e la follia, associazione necessaria. Due temi, un solo viaggio.

L’8 Maggio 1889 Vincent Van Gogh entra volontariamente nel sanatorio di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Lo troviamo lì, all’apertura del sipario. Disteso sul pavimento, un pigiama bianco, fra pareti bianche, attorno medici e infermieri in camici di un ossessionante bianco.

Recensione dello spettacolo Uno zio Vanja in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 15 al 25 febbraio 2018

 

In questa versione riadattata di Letizia Russo di Zio Vanja, uno dei testi teatrali più noti di Anton Pavlovič Čechov, si assiste nel concreto a quello che ormai è diventato il dramma della nostra società.
Čechov scrisse questo testo nel 1897, ed è sorprendente pensare quanto un’opera così lontana sia così vicina ai giorni nostri. Nel dramma, infatti, l’autore russo mette in scena tutte le decadenze, la noncuranza e le pigrizie dell’uomo in quanto essere vivente, se la prende con l’indifferenza della borghesia e dei suoi scarsi slanci di vita mostrando tutta la vacuità e il nulla di cui gli uomini, col tempo, hanno preferito circondarsi. Assistere a Uno zio Vanja è come restare impalati e inerti di fronte alle macerie di una vita a cui si è rinunciato, fingere di voler andare avanti per ritrovarsi sempre al punto di partenza, per non meglio definirlo punto di arrivo.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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