Martedì, 05 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Aspettando Godot di Samuel Beckett con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon, Gabriele Cicirello. Regia di Maurizip Scaparro. In scena al Teatro Ghione dal 4 Aprile 2019 al 14 Aprile 2019

Non sappiamo esattamente chi o cosa fosse...forse la speranza di cambiamento.. oppure un brivido di un destino favorevole che non sappiamo quando arriverà, se è già passato e se tornerà. Nell’attesa di Godot, siamo immersi nel nostro deserto personale dove i sogni sono turbati e il tempo dilatato. Ciò che è successo ieri non lascia tracce nel presente, ed anche noi, forse, non siamo poi così sicuri di essere stati lì, nel posto in cui il giorno prima abbiamo trascorso intere ore ad aspettare e ad ascoltare le nostre voci che, anche in pieno deserto, rimbombavano. Due amici di una vita passata insieme, invecchiati insieme, con paura e curiosità aspettano Godot, che aveva  dato loro appuntamento nel posto in cui essi già si trovano da diverse ore, per proporre loro un affare. Chissà chi è questo Godot, e cosa fare nell’attesa, in pieno deserto, con il tempo che si è fermato... e con Godot che non arriva. Si abbracciano perchè sono amici, si maledicono a vicenda perchè sono tanto amici, si separano, perchè da soli si sta meglio, ma poi si ritorna assieme e ci si sopporta insieme..aspettando Godot. Oppure si potrebbero impiccare prima che questa attesa e desolazione uccida loro. Poi le scarpe iniziano a far male ad Estragone.. e Godot non arriva. Non è l’attesa ad essere per loro insostenibile, ma è ciò che costringe a fare che li uccide lentamente: questo silenzio impone loro di ascoltarsi dentro, ed è vitale fare qualcosa per non pensare e non pensarsi. Siamo noi in realtà a non volerci aspettare.

Recensione dello spettacolo Tango Glaciale Reloaded (1982-2018) in scena al Teatro India dal 5 al 14 aprile 2019

 

Potremmo definire Jozef Gjura, Giulia Odetto e Filippo Porro gli eredi naturali di Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Maglietta. Eppure tutti e tre sono nati dopo il 1982, anno in cui gli artisti di Falso Movimento portavano in scena nella Napoli di Eduardo Tango Glaciale. Tutti e tre non hanno respirato l’aria e il fermento culturale degli anni Ottanta. Eppure, oggi esattamente come trentasette anni fa, come sostiene lo stesso Martone, “mi sembrava interessante mettere il lavoro alla prova di una generazione che era lontana dall’essere stata concepita quando lo spettacolo nasceva. È interessante vedere quel che accade a questi attori scaraventati, diversamente da noi di Falso Movimento e dagli spettatori di allora, nella macchina del tempo”. 

Recensione dello spettacolo “Dracula”, in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 3 al 14 Aprile 2019

 

Arriva Dracula nella città. Non figura, ma veleno che, ubiquo, si discioglie e pervade ogni molecola. È nella terra, è nel cielo, nell’aria. È vento, tuono, elettricità. Arriva Dracula ed è la follia, l’inspiegabile, il terrifico. Dracula è qui, a Carfax, la sua casa confina con la nostra, il Mostro è inaspettatamente vicino e, sconvolta la mente, vuole succhiarci ogni goccia di sangue. Il Sangue, la Vita.

Recensione dello spettacolo ‘Novecento’ in scena al Teatro Eliseo dal 2 al 18 aprile 2019 

 

Eugenio Allegri riporta sul palco la magia della storia di Novecento di Alessandro Baricco, quello stesso pianista sull’oceano che i più hanno conosciuto al cinema grazie al lungometraggio di Tornatore. A teatro, la forma del racconto è quella originaria del monologo, scelta da Baricco e Allegri di comune accordo, ma è una forma che diventa presto corale quando, attraverso l’uso di più registri linguistici, si palesano al pubblico i diversi personaggi che gravitano intorno allo stesso Novecento, tutti impersonati abilmente da un Allegri che parte con l’essere il narratore della storia, colui che assiste all’avventura musicale e umana di Danny Boodman T. D. Lemon e alla sua tragica fine, fino a interpretare lo stesso Novecento in momenti salienti come quando intende mettere piede a terra per scoprire il mondo o quando decide di esplodere insieme al vecchio Virginian. È proprio l'andamento  della messinscena a permettere al monologo di non apparire tale ma di diventare una narrazione a più voci con un ritmo proprio che rende dinamica l’azione sul palco.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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