Venerdì, 02 Maggio 2025
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Recensione dello spettacolo L’anima buona di Sezuan in scena al Teatro Quirino fino al 10 novembre 2019

 

«La piccola scialuppa di salvataggio va presto a fondo: troppe braccia di naufraghi vi si aggrappano avide». 

Succede nella provincia cinese del Sezuan. In questa parte di mondo immaginata da Brecht la povertà cancella la memoria e acuisce la fame. Qui, dove anche l’acqua costa cara, è più difficile che altrove ricordare di essere umani. Essere buoni. In questa porzione di terra desolata gli dei hanno le sembianze di una ciotola di riso e di un rifugio per la notte. Come può un’anima buona sopravvivere a tanta barbarie? 

Se l’è domandato Brecht a cavallo tra il ’38 e il ’40, l’ha messo in scena Strehler a più riprese e lo ripropone oggi Monica Guerritore. In una versione che è un omaggio e un atto d’amore – come lei stessa ammette – nei confronti del suo maestro. Regista, oltre che interprete principale, la Guerritore ripropone una versione dell’opera di Brecht molto fedele a quella diretta quasi quarant’anni fa da Giorgio Strehler, con Andrea Jonasson nei panni di Shen Te e Shui Ta. 

Recensione dello spettacolo Ombre nel Buio della Compagnia Morlock, in scena al Teatro Studio Uno di Roma nei giorni 31 ottobre e 1, 2 e 3 novembre 2019

 

In Italia, il genere horror è decisamente atipico, poco praticato. L'idea che storie tinteggiate di rosso e nero, evocative di immagini e visioni agghiaccianti, capaci di spaventare e turbare l'animo degli osservatori, possano consumarsi nell’illusiva cornice teatrale in uno spazio-tempo continuo e fossilizzato del palco, risulta altrettanto insolita. Eppure – fortunatamente – persistono audaci tentativi di fare del teatro un luogo di ininterrotta sperimentazione, che ondeggia tra stili avanguardistici, che a loro volta si riflettono in regie sempre più innovative e impavide e nella scelta di tematiche e contenuti che se da un lato costituiscono un azzardo cruciale, dall’altro, però, fanno del teatro una materia viva e palpitante. Questa è senz’altro la forza motrice che sostanzia il lavoro della compagnia Morlock, da tempo dedita a spingersi sempre oltre il limite convenzionale della drammaturgia, della regia e dell’interpretazione teatrale.

Recensione dello spettacolo Le notti bianche, in scena al Teatro San Genesio dal 28 ottobre al 3 novembre 2019

 

L'archetipo di ogni storia romantica, la vicenda del Sognatore che, immerso nei suoi aerei pensieri, passeggia nelle notti bianche di San Pietroburgo e di Nasten'ka, la dolce ragazza con cui si apre a lunghe conversazioni al chiaro di luna, torna sul palcoscenico del Teatro San Genesio.

Nel racconto giovanile di Fëdor Dostoevskij compaiono molte tematiche tipiche della sua età matura. L’uomo che preferisce il sogno alla realtà, rifuggendo dal contatto con il prossimo cela un’incapacità di vivere, che l’amore, unione affettiva e mai consumata, per la giovane Nasten'ka proverà a scuotere. Ma la ragazza, che scalpita per emanciparsi dai vincoli che la imprigionano (simboleggiati dalla spilla con cui la vecchia nonna la tiene unita a sé), sceglierà la concretezza di una proposta di matrimonio, riservando all’infelice eroe notturno l'estrema delusione amorosa.

Recensione dello spettacolo La morte della Pizia, andato in scena al Teatro Piccolo Eliseo il 30 Ottobre 2019

 

La vecchia Pizia Pannychis XI non ha nulla della ieraticità che il racconto mitologico attribuisce alla sacerdotessa di Delfi, tenutaria della Verità degli Dei. È una megera lunga e secca che, abbarbicata sul suo trespolo, dispensa oracoli inverosimili per burlarsi della sua credulità dei suoi contemporanei. Ma la profezia più inverosimile di tutte, quella che lancia contro un ragazzotto claudicante a cui preannuncia l’omicidio del padre e l’incesto con la madre, diventerà realtà. Diventerà il mito di Edipo.

Friedrich Dürrenmatt ne demolisce con furia iconoclasta la sacralità, ribaltando e scompaginando le carte delle tragedia di Sofocle. Ma la sua lacerante risata non è irriverente irrisione. Con l’arma del sarcasmo ed il nichilismo tipico della cultura moderna, apre il velo su una tragedia eterna ed attualissima: l’incapacità dell’uomo di contrapporsi al Destino.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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