Mercoledì, 06 Novembre 2024
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Recensione di Alla ricerca del tempo perduto, adattamento di Duccio Camerini, regia di Pino di Buduo in scena all’ Off Off Theatre dal 12 al 14 aprile 2019

 

Marcel il bambino dalla salute cagionevole, fragile e dipendente dalla madre e dalla nonna.. Marcel l’adolescente ipersensibile ai primi amori fallimentari che deve fare i conti con il rifiuto di Gilbert…Marcel e la sua aspirazione a diventare scrittore che viene frustrata dal mondo esterno…Marcel e il suo amore ossessivo per Albertin, fino al punto da renderla prigioniera nel suo appartamento giungendo ad un tragico epilogo che lascerà lo scrittore svuotato, attonito, sconvolto..

Recensione dello spettacolo La teoria del rospo, da un’idea di Monica Maffei e Emiliano De Magistris. Con Emiliano De Magistris, Patrizio Recchioni, Mauro Tiberi. In scena al Teatro Trastevere dal 16 aprile 2019 al 20 aprile 2019


Quando la realtà ci delude e impone di diventare ciò che non vogliamo essere, imbrigliandoci in una fitta trama di doveri senza diritti e in uno spietato paragone con il passato, ci rifugiamo nelle poche certezze acquisite chiedendo loro di nasconderci a noi stessi e al mondo esterno. A volte ci proteggono, altre ci anestetizzano e ci coccolano: le amicizie vere, quelle storiche, sembrano, infatti avere la funzione di disorientarci, di addormentare il tempo, il nostro tempo, dandoci la sensazione di essere infiniti, all’interno di una società attuale che annebbia i traguardi e disperde gli obiettivi.

Reportage della Rassegna di corti teatrali Autocorso 2019, andato in scena nella Sala Maggiore dell’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea, lo scorso 13 aprile 2019


Circa 10 giorni fa, sono stato contattato da un amico di vecchia data (si dice il peccato non il peccatore) che mi ha proposto, in quanto redattore (che entra ed esce dalla redazione) de La Platea (non sono lunatico, è che semplicemente non sono sempre nella Capitale) di far parte della giuria di una serata di corti teatrali. Era da un po’ che volevo tornare a Teatro come giornalista e mi son detto (e gli ho detto) “E vada, si può fare”. E così, sabato 13 aprile alle ore 20 (o giù di lì) è iniziata, all’Accademia Cassiopea di Roma, questa nuova avventura che più o meno professionalmente mi accingo a raccontare.

Una serata unica in quanto è stata anche una gran bella occasione per vedere, credo per la prima volta da che l’Uomo inventò la ruota, La Platea (rappresentata dal sottoscritto nel ruolo di giurato) e Teatro e Critica (rappresentata dal presidente di giuria Andrea Pocosgnich) cooperare costruttivamente fianco a fianco, con ottimi risultati, al giudizio obiettivo di ben 14 corti teatrali. A ribadire ancora una volta che se mai qualcuno negli ultimi anni ha parlato di rivalità, come nel clamoroso caso Beatles vs Rolling Stones, questa rivalità non c’è mai stata.

Benni e il Teatro Stabile di Roma portano in scena dal 9 al 14 aprile 2019 Cortazar, ossia la libertà di vivere slegati da passato e futuro nell’essenza autentica del sogno.

Tra i sospiri e i rumori reali degli spettatori che, ancora assorti, sento alzarsi a fine spettacolo, all’interno di quel gioiello posto sull’Aventino che è il teatro Anfitrione, vedo uno Stefano Benni seduto da qualche minuto ad uno dei posti in platea. «Molti – mi dice – mi hanno domandato, in maniera anche inaspettatamente stupita, perché non avessi portato in scena un mio testo. L’unica risposta che ho dato è stata: ho portato in scena il testo di qualcuno che era migliore di me». Parafrasandolo e riadattandolo a suo modo, come sempre diretto e sagace, il “Lupo” Benni accende nella mia mente il concetto che fu di Bolaño: «Cortázar es el mejor».

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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