Recensione della lectio magistralis "Dante - Giotto" di Vittorio Sgarbi nata da un’idea di Sabrina Colle, al Teatro Olimpico in scena dal giorno 8 al 12 dicembre 2021
Dante Alighieri e Giotto di Bondone: due artisti contemporanei nel loro tempo, due maestri indiscussi di stile che hanno cambiato la storia della letteratura e dell’arte, questa sera dialogano nella lectio magistralis di Vittorio Sgarbi. L’accostamento non è immediatamente chiaro al pubblico in sala. In apertura, il noto critico d’arte, i versi del canto del Purgatorio in cui Dante incontra il miniatore Oderisi da Gubbio, ma le dettagliate digressioni sull’abilità miniaturistica di Oderisi da Gubbio superata da Bolognese e sulla geografia dell’arte di quel periodo disorientano, per qualche momento, lo spettatore non esperto del campo. Si ritorna però sul tema principale, presentando Giotto come il primo pittore della modernità, intesa non nel significato diacronico del termine, ma come raffigurazione legata esclusivamente alla sfera umana, alle sue emozioni, ai suoi sentimenti, autonomamente da quella divina. L’operato di Dante, grazie al contributo dato dai suoi versi alla creazione della lingua italiana, e quello di Giotto attraverso il linguaggio della pittura, hanno collaborato alla formazione del concetto d’identità nazionale: veri padri dell’Italia non sarebbero, secondo Sgarbi, Vittorio Emanuele II, Cavour e Garibaldi, ma i letterati come Dante, Petrarca e Boccaccio e gli artisti da Giotto al Rinascimento. Il vero Risorgimento, continua Sgarbi, sarebbe il Rinascimento che ha dato un’impronta unica all’arte italiana nota in tutto il mondo come segno identificativo del nostro Paese. Da qui alle pale eoliche come elemento che danneggia la bellezza dei paesaggi italiani, è stato un attimo: il fotovoltaico, le pale eoliche, le energie rinnovabili sono messe sotto accusa per l’effetto visivo che procurano sul volto delle aree urbane e rurali italiane. Non si risparmiano a riguardo, battute sarcastiche sulle problematiche inerenti il riscaldamento globale, l’uso delle energie pulite, la figura di Greta Tunberg. Ma dopo questa breve parentesi più o meno condivisibile, che risulta gradita ad una parte del pubblico in sala che applaude, l’attenzione viene riposta sulla Cappella degli Scrovegni di Padova, dove assistiamo a particolari dell’affresco di sublime e ineguagliabile bellezza: le vicende di Gioacchino e Anna, i genitori della Vergine Maria.