Domenica, 24 Novembre 2024
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Recensione di Un Flauto magico, in scena al Teatro Verdi di Trieste il 9 e 10 dicembre 2023

 

Il secondo  titolo della stagione lirica e di balletto 2023 24 del Verdi di  Trieste è un grande titolo del repertorio mozartiano: ‘Die Zauberflote’, con i dialoghi in italiano.

Una edizione interessante, con diversi punti di forza, alcune criticità e tanti imprevisti.

La parte visiva dello spettacolo è firmata ad Ivan Stefanutti, autore di regia scene e costumi, ben valorizzati dalle luci di Emanuele  Agliati.

Gli interpreti sono stati mossi con garbo, pur senza particolari invenzioni, dentro una struttura  fissa di sapore orientaleggiante.

Si sprecano simbolismi e riferimenti,  alcuni immediati, altri meno comprensibili. 

Ci sono piramidi egizie, dragoni cinesi, figure indiane, sagome arabeggianti,  figure stile avatar e geni dalla foggia birmana, che trascinano lo spettatore in una dimensione  fantastica ed onirica, sicuramente piacevole,  anche se non particolarmente effervescente e neanche coinvolgente.

L’orchestra del teatro suona bene, così come il coro riesce a reggere la sfida di una partitura così articolata nonostante un organico certo non abbondante.

Recensione di ‘Come sei bella stasera’ all’Auditorium della Fratta a San Daniele, per la stagione ERT, l’8 dicembre 2021

 

‘Come sei bella stasera’  è un divertente lavoro teatrale di Antonio De Santis ,   inserito nella stagione teatrale  dell’Ert.

Si tratta di uno spettacolo  in dieci quadri, che percorre i ventinove anni di matrimonio di Anna e Paolo, interpretati con bravura da Gaia De Laurentis e Max Pisu.

Le dinamiche  di una coppia di sposi, dall’entusiasmo degli inizi alle difficoltà incontrate prima con i figli, poi con gli spazi, lo stress del lavoro, i confronti con gli amici, la presenza di una suocera dai biscotti marmorei e dall’ingerenza continua sono raccontate con il sorriso, ma mai in modo banale, con tanto di finale dal colpo di teatro nel colpo di teatro.

Una serata caratterizzata da molti sorrisi  e tante risate intelligenti, con il piacere di ritrovarsi in situazioni che si sono vissute in prima persona o che si sono ascoltate da amici e  familiari, ma narrate  con un piacevole garbo ed una elegante  misura che nobilitano lo spettacolo, peraltro molto ben supportato da una scena ben strutturata ideata da Mattia Bordoni e dai costumi  firmati da Erika Carretta, appropriatissimi, che accompagnano i due protagonisti nel loro viaggio temporale.

La narrazione è agevole, con una serie di  divertenti videoclip a separare ogni segmento di vita narrato.

Recensione dello spettacolo I giganti della montagna, in scena al Teatro Marconi dal 02 Novembre al 10 Dicembre 2023

 

Si ravvisa un'urgenza nell'allestimento di I giganti della montagna, in scena ancora per una settimana al Teatro Marconi. Non solo la lodevole volontà, espressa in un preambolo del regista Claudio Boccaccini, di inserire nel cartellone testi impegnati e impegnativi a fianco a produzioni di più facile accesso. C’è un messaggio, o un urlo, che scaturisce dalla stessa vicenda storica legata alla scrittura del testo, che in questo adattamento diventa anch’essa teatro. 

È noto come I giganti della montagna sia opera incompiuta; la narrazione vuole che il grande girgentino, sul letto di morte, abbia esposto lo svolgimento del quarto atto al figlio Stefano, che ne tentò una ricostruzione. Quella che, secondo questo racconto, dovrebbe essere stata l'ultima battuta scritta da Pirandello di suo pugno, alla fine del terzo atto, viene evidenziata in questo adattamento con una netta cesura. Perché quella battuta suona terribile, soprattutto se spostata dalle labbra di Diamante alla voce ultima di Luigi Pirandello. “Io ho paura! Ho paura!”, grida a gran voce l’attore della Compagnia della Contessa all’arrivo dei Giganti della montagna, mentre il sinistro frastuono dei loro cavalli sovrasta ogni cosa. Sappiamo bene chi fossero, in quegli anni, i Giganti cui Pirandello si riferiva. Ma sappiamo anche che, di qualunque colore siano vestiti, periodicamente altri uomini tornano, servendosi della forza, ad ergersi a loro volta a giganti. Quell’urlo di paura torna allora attuale, perché “chi non capisce può diventare pericoloso”. Quando ci sembra di sentire di nuovo il rimbombo di quel passo è il momento di intervenire.

Recensione dello spettacolo Chicago, in scena al Teatro Brancaccio dal 29 al 10 dicembre 2023

 

La classe dove sta?La decenza dove sta?

da Chicago

 

Dopo il grande successo ottenuto negli ultimi anni dai musicals nei teatri italiani, Stage Entertainment, Matteo Forte & Dan Hinde danno vita a una nuova produzione: Chicago. Il debutto romano al teatro Brancaccio, con la regia di Chiara Noschese e le coreografie di Franco Miseria.

Scritto da John Kander, Fred Ebb e il grande Bob Fosse, il titolo mancava da moltissimo tempo dalle scene italiane, e si aveva, fortissimo, il desiderio di immergersi nelle calde atmosfere di una Chicago maledetta e affascinante tra musica jazz, canzoni che non si dimenticano e coreografie luccicanti.

La storia la conosciamo tutti: A Chicago, dove “gli assassini sono spettacolo” Roxie Hart, una cantante di nightclub, sposata a un uomo perbene e sempliciotto, uccide il suo amante quando scopre che sta per lasciarla. Dopo essere stata condannata per il suo omicidio, finisce in carcere e trama per uscire di prigione con ogni mezzo necessario. Incarcerata in piena epoca di proibizionismo, Roxie incontra il suo idolo Velma, anche lei assassina e cantante jazz. Le due uniscono le forze con l’astuto avvocato Billy Flynn e complottano rapidamente per riconquistare la libertà e la fama nella Chicago underground.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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