Recensione de Il principe del varietà di Antonello Costa in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma dal 9 maggio al 12 maggio 2024
Il Varietà è stato un genere di spettacolo in voga dagli anni ’20 fino ai ’70 del XX secolo. Si mischiavano ballerini e giocolieri a macchiettisti e comici, passando per cantanti e scene dal carattere dolce e malinconico. Tutto contornato da abiti sfarzosi e minuziosi, scenografie magiche che facevano invidia agli odierni effetti speciali, capaci di cambiare improvvisamente una spiaggia con un’abitazione benestante, con tanto di tavoli e mobili. Da qui sono nate personalità come Delia Scala, Erminio Macario, Totò, Ettore Petrolini, Bice Valori, Nino Taranto, Franca Valeri e molti altri. Nel corso degli anni il genere – anche per rispetto ai “mostri sacri dello spettacolo” che ne erano nati – ha sempre destato interesse nelle nuove generazioni di attori. Tra questi c’è Antonello Costa, che con “Il principe del Varietà”, in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma dal 9 maggio al 12 maggio 2024, ha voluto donare al pubblico un assaggio di questo genere, in maniera più moderna.
Come tutti gli spettacoli di questo genere, non possiede una trama ma un susseguirsi di sketch e situazioni, dove il pubblico ride e si coinvolge, tramite la satira, i giochi di parole e i “non-sense”, variando canzoni e situazioni, dove poi il pubblico sceglierà quale finale vedere. Tutto diretto, scritto e interpretato da Costa che, oltre a quattro ballerine, si fa “spalleggiare” in scena da Annalisa Costa e da Giampiero Perone, che si alternano a lui, anche nel canto e nella conduzione.
Quello che viene proposto al pubblico, più che un omaggio al Varietà, è un “one-man show”. Antonello Costa è capace di ballare, cantere e recitare e lo mostra. Non basta però! Quando si propone uno spettacolo sul varietà, specificando che si renderà omaggio anche a immensi della tradizione, le aspettative sono molte alte. Le scene e gli sketch, purtroppo, sono banali e molto semplici, seppur eseguiti con talento e un buon retro-proiettore alle spalle. I tre quarti di tutto lo spettacolo sono battuti volgari, allusioni sessuali, offese, parolacce o banalità sulla fisicità. Niente di più! Non riescono ad intrattenere tutto il pubblico, se non uno abituato ad un tipo di comicità un po’ troppo semplicistica e non al passo coi tempi. Lo studio del canto dei fratelli Costa, le capacità di danza di Antonello nonché quella di poter scrivere e mettersi in gioco in diversi campi variegati dello spettacolo si perdono – purtroppo – nelle scelte di un tipo di spettacolo che non funziona più. E non si parla del Varietà!
Prendiamo ad esempio l’omaggio ai grandi del varietà, che si limita ad un solo ed unico sketch. Si parla di “7 re” che hanno fatto immensa Roma nel teatro e nella cultura. Su alcuni niente da dire: Petrolini e il suo “Tanto pe’ cantà”, Manfredi come primo Rugantino, Califano e la sua “Noia”. Due scelte però è però testimoniano quanto lo spettacolo sia…solo per un determinato tipo di pubblico. Il terzo “re” omaggiato è Claudio Villa: per carità, indiscusso! Gli si fa cantare “Quanto sei bella Roma!”. Eh no! Il “Reuccio” (come veniva chiamato Villa) ha eseguito mille canzoni. Ma questa è in un film del ’59. Prima di lui, un’altra figura romana l’aveva resa immensa e in un’altra pellicola del ’46: Anna Magnani! La Regina non poteva essere Re? Altra critica è alla divertente “Lulù” di Aldo Fabrizi. Perché scegliere proprio la strofa (perdonate la parafrasi) delle offese ai defunti altrui, invece che scegliere migliaia di altre che potessero mostrare la genialità di quel testo? Perché purtroppo la parolaccia porta ancora pubblico e ride. È una strada facile! Peccato, perché visti in altri contesti sicuramente gli interpreti potrebbero donare altre magie. Lo spettacolo merita al massimo una stella su cinque.
Francesco Fario
18 maggio 2024
Informazioni
Nuovo Teatro Orione
Il principe del varietà
regia di Antonello Costa
attori Annalisa Costa, Antonello Costa, Giampiero Perone
in scena dal 9 maggio al 12 maggio 2024