Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo ‘Franciscus’, il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, attualmente in tournée, in scena il 3 gennaio a Lignano Sabbiadoro per la stagione dell’Ert ed il 7 a Trieste, in quella del Teatro Rossetti

 

Si tratta di una proposta  quanto mai impegnativa: un’ora e mezza in scena, da solo, cantando e recitando  più ruoli, giocando su registri differenti, in una costruzione narrativa complessa e coinvolgente, che il pubblico , nella tappa triestina cui abbiamo assistito, salutata con  una oceanica standing ovation finale. Il rodarsi nelle repliche probabilmente porterà qualche minima, ma utile, smussatura al testo, scritto dallo stesso Cristicchi con Simona Orlando. Una manciata di minuti in meno  nella parte iniziale avrebbe  limato certi didascalismi, certamente opportuni  per  conoscere l’agiografia del Santo, ma forse non così utili al  ritmo narrativo, che nel corso della serata si fa più serrato e magnetico. L’allestimento, di grande piacevolezza, conta sulle funzionali scenografie di Giacomo Andrico e sui costumi di Rossella Zucchi.

Nel lungo monologo sono  inserite le canzoni scritte  con Amara, di grande suggestione narrativa, giocate su una composizione solo apparentemente semplice, ma ricca di raffinati rimandi, che consentono il dispiego di una tavolozza sonora variegata, mai scontata, capace di momenti di crescente suggestione, partendo già da situazioni di coinvolgimento intenso.

Recensione di Hybris di Antonio Rezza e Flavia Mastrella in scena al Teatro Vascello dal 3 al 14 gennaio 2024

Una porta: l’elemento cardine della drammaturgia di Hybris è questo oggetto onnipresente in scena, essenziale alla rappresentazione al pari di un attore aggiunto. Ha il ruolo di delimitare idealmente gli spazi sul palcoscenico, crea una separazione tra un fuori e un dentro, tra ciò che ci appartiene e non appartiene, suscitando una serie di interrogativi al nostro protagonista Rezza, ma indirettamente a noi pubblico: se non ci fosse stato il dentro, sarebbe esistito il fuori? Sembrano essere in discussione le categorie su cui si struttura la proprietà personale, la nostra economia, la nostra società, ma conoscendo lo stile dell’autore protagonista, non ci meravigliamo affatto vista la sua vocazione anarchica a distruggere tutto ciò che è conformista, banale, consueto, tradizionale e limitante della libertà umana. In un’atmosfera estraniante e delirante, la porta diventa il leit motiv della drammaturgia permettendo al nostro attore di entrare ed uscire da tante situazioni di vita quotidiana, familiare, sociale: con un tale espediente bussa e si introduce nelle vite degli altri personaggi (rigorosamente muti, veniamo a conoscenza di loro dalle battute di Rezza).

Recensione dello spettacolo “Central Park West” di Woody Allen. Regia di Antonello Avallone. In scena al Teatro Tordinona dal 3 al 7 Gennaio 2024

 

A suonare insistentemente alla porta dell'appartamento/studio a Central Park West della barcollante, delusa e alticcia psicoanalista Phyllis (Elettra Zeppi) è la sua amica Carol ( Flaminia Fegarotti) convocata con grande urgenza dalla dottoressa stessa. Questa ha scoperto che suo marito Sam (Claudio Morici) la tradisce e accusa l'amica di esserne l'amante. Dopo qualche blando tentativo di negazione, Carol confessa l'evidenza. All'interno dell’inevitabile rimpallo di accuse reciproche tra le due donne, dove il profilo di Sam ne esce moralmente discutibile, si inserisce la figura di Howard (Antonello Avallone), l’ignaro marito di Carol arrivato in casa dei coniugi Sam e Phyllis per riaccompagnare la moglie a casa. Egli, affetto da sindrome maniaco depressiva, alterna momenti di grande ribasso umorale, caratterizzati da goffi e immancabili tentativi di suicidio, ad altri di decontestualizzata euforia. Saranno proprio i tratti della patologia a proteggerlo dalla cruenza della realtà, permettendogli di vivere in modo del tutto originale e derealizzata la confessione del ripetuto tradimento della moglie con il suo amico Sam e la decisione di convivere con lui. Nel frattempo sopraggiunge in casa anche Sam che conferma la volontà di lasciare Phyllis e, incalzato dalla stessa, confessa una serie ben nutrita di tradimenti. Tuttavia, contrariamente a Carol che già immagina e delira una nuova vita insieme a Sam, questi non ha alcuna intenzione di iniziare una storia con lei perchè innamorato di Juliet, una ragazza di 21 anni (Maria Angelica Duccilli), ex paziente della moglie, con la quale intende stabilizzare, alla soglia dei cinquant'anni, la sua esistenza. Ma nella commedia della vita e del suo mistero, il crollo delle certezze e la solidità del precario creano sempre drammaturgie dal finale originale.

Recensione di Fotofinish in scena al Teatro Vascello dal 19 al 31 dicembre 2023 con Antonio Rezza e Flavio Mastrella

 

Fotofinish, una delle produzioni più interessanti del duo Rezza-Mastrella, in 20 anni di repliche, ancora fa parlare di sé come agli esordi. La portata originale e rivoluzionaria di questa complessa performance, non si è esaurita nel tempo, ma nel contempo si presenta ancora come un prodotto poliedrico e difficilmente catalogabile che non risulta d’immediata fruizione, pertanto ancora fa interrogare pubblico e critica con la presenza di una platea trasversale di ogni età. Di certo il lavoro di Antonio Rezza con le scenografie di Flavia Mastrella, non vuole trasmettere contenuti e dare messaggi pedagogici. È ben lontano dai generi teatrali tradizionali: ci appare come la liberazione della loro creatività e della loro fantasia senza freni, che ci trasporta in una realtà inconsueta, fatta di atmosfere surreali e personaggi insoliti e/o deliranti che però mantengono intatta la loro lucidità.

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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