Sabato, 23 Novembre 2024
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La manifestazione Narni Città Teatro 2024 ha preso il via, ancora una volta con la  direzione artistica di  Davide Sacco e Francesco Montanari, coppia oramai affermata nel panorama teatrale italiano.  Quest’anno il tema del festival è “Sogni Sospesi”, qui il resoconto di alcuni eventi che abbiamo seguito per voi. 

 

Venerdì 14 giugno, Teatro Manini

“Oratorio per Eva” coereografia e regia di Roberto Zappalà

Il catanese Roberto Zappalà porta a Narni la seconda parte del suo progetto Transiti Humanitatis; “Oratorio per Eva” è tra queste, la parte che il coreografo dedica alla figura di Eva, madre dell’umanità intera. Seppure la forza della metafora biblica sostiene il senso della messa in scena, l’Eva che sale sul palco è donna insieme a noi e come noi purtroppo ancora vinta e sporcata da una violenza che l’assoggetta da sempre. Come tutti i corpi con cui lavora Zappalà, anche quello della bravissima Maud De La Purification è sinuoso, flessibile, forte. I movimenti continui e reciproci non pesano sul palco se non la forza dell’attimo esatto in cui avvengono. La potenza di questo modo di fare danza persiste esattamente in questa continuità ipnotica che assorge nello spettatore quasi in una meditazione costante; non stanca, non ci stanca. Eva si veste e riveste senza che il corpo ne venga leso, non è in questa mancanza di apparente pudore l’azione violenta. La violenza che la Eva simbolica subisce è negli stati del racconto, nella trasformazione che la donna affronta in una nascita e sofferenza continua nella sua richiesta di essere libera.  La presenza di Eva nel Paradiso è stato l’incipit del peccato, se questa è la metafora che Zappalà sottende in questa performance; ebbene arriva forte. Sul palco insieme a Eva nella seconda parte dello spettacolo una serie di personaggi che Zappalà preleva dal pubblico e che vengono messi in scena con una minima preparazione, che generalmente avviene il giorno prima. Questa casualità di corpi in parte impreparati a ciò che accolgono, fortifica il messaggio; il corpo di Eva si mostra non solo a noi, ma chiede affermazione a una popolazione di protagonisti occasionali  eppure partecipi. La cura per i movimenti e la devozione per il proprio corpo che Zappalà richiede ai suoi danzatori è un sacrificio che emerge nelle figure mosse dal corpo della De La Purification con grande chiarezza e noi che la guardiamo, ne siamo grati. I brani che la danzatrice declama sono tratti da “Il diario di Eva” di Mark Twain e sono parole che si cuciono sul corpo, in funzione del movimento, ne ornano ogni cenno. Eva emerge in tutta la sua bellezza, consapevolezza, dolore e ci racconta ancora una volta ciò che siamo, nel sacrificio del suo peccato, si afferma la verità.

Recensione della serata di Gala del  Concorso di Canto Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins al teatro Giovanni da Udine, il 7 giugno 2024.

 

Venerdi 7 giugno si è tenuto ad Udine il Galà del premio SOI, scuola dell’Opera .

Nonostante la concomitanza con la trasmissione su Rai 1 di La Grande Opera Italiana Patrimonio dell’Umanità, organizzato dal Ministero della Cultura, una affollata platea ha applaudito i finalisti del concorso 2024, festeggiato la madrina Fiorenza Cedolins ed acclamato il baritono Franco Vassallo, Premio alla carriera Soi di quest’anno.

La serata vedeva la presenza della FVG Orchestra, diretta dalla bacchetta prestigiosa di Giuliano Carella, che  ha aperto i due momenti della serata con dei brani orchestrali di grande suggestione: l’Intermezzo  dalla ‘Manon Lescaut’ e la sinfonia di ‘Il Barbiere di Siviglia’,nei quali emergono alcuni interventi solistici di bella resa.

La prima parte era dedicata ai vincitori del Premio 2024, partendo dal sesto classificato: Michele  Cerullo, tenore dall’interessante colore che sceglie di riproporre ‘Pourquoi me reveiller’ dal ‘Werther’. Il brano è molto impegnativo e richiederebbe una diversa resa interpretativa. Il suo poeta, infatti, pare più preoccupato di cantare correttamente gli acuti, che esegue adeguatamente,  che di calarci  nella struggente vicenda del giovane innamorato. Mancano la strazio, il coinvolgimento , e l’aria, forse anche a causa di una tendenza della voce ‘ad andare indietro’ risulta più un bel suono che una drammatica narrazione.

.Gagik Vardanyan , quinto,  è un baritono armeno . Mostra  una buona disinvoltura in palcoscenico, fiati notevoli, un colore interessante,  acuti di buona tenuta ma anche una voce marcatamente nasale ed una dizione, comprensibilmente, da migliorare.

Sceglie di riproporre uno dei brani cantati alla finale: ‘Vien Leonora... De’ nemici tuoi’, la complessa  aria  da ‘La favorita’. L’esecuzione è sostanzialmente corretta, ma sarebbe importante un lavoro sulla parola per cogliere  più in profondità la valenza narrativa del pezzo.

Recensione del 1° Concorso di Canto Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins al teatro Giovanni da Udine, il 5 giugno 2024

 

Il Concorso SOI Fiorenza Cedolins è nato nel 2020, il primo a scegliere la via ‘virtuale’ per superare  limiti e barriere imposti dal Covid.

Questa modalità ha da un lato allargato moltissimo il bacino degli utenti, che provengono realmente da tutto il mondo, dall’altro ha permesso anche una articolazione inedita dei giudizi: una giuria enorme, di un centinaio di esperti, fra giornalisti, agenti, musicisti, direttori artistici e sovrintendenti, oltre che una sorta di giuria popolare che assegna i suoi premi ‘indipendenti’.

Un modo per garantire potenziale visibilità ai giovani cantanti, per farsi sentire dai maggiori agenti italiani, senza doversi accollare spese di trasporto ed alloggio.

Idea quindi quanto mai meritoria, che ha incontrato un largo successo: moltissimi dei partecipanti delle precedenti edizioni hanno già trovato un posto rilevante nella programmazione dei teatri.

Per fare qualche esempio, Juliana Gregorian sarà Mimì all’Arena di Verona nei prossimi mesi; il mezzosoprano Andrea Nino era nel cast di ‘La Rondine’ alla Scala ed ha interpretato Adalgisa della ‘Norma’ al teatro La Maestranza a Siviglia; Laura Esposito è fresca Pamina a Como.

Recensione dello spettacolo Diari d’amore di Nanni Moretti in scena al Teatro Argentina dal 23 maggio al 02 giugno 2024

 

Che cosa ci sarà di brutto a Soriano del Cimino se lo chiedono gli spettatori nel corso della piéce teatrale in scena al teatro Argentina. Si scherza ovviamente. 

La prima opera drammaturgica firmata e diretta da Nanni Moretti, fedele alla sua cifra stilistica cinematografica, ci introduce a un’intimità familiare su cui pesa qualcosa di profondamente tragico che apre uno squarcio sull’incoerenza e la feroce ironia della condizione umana, sulla parte oscura che si trova in ognuno di noi e che può venir fuori, soprattutto con i legami familiari. 

Due atti unici di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragola e Panna, che vengono messi in scena senza interruzione. Il primo, Dialogo, vede gli attori su un letto sfatto, dove si tenta di mettere in piedi una filodrammatica con personaggi vivaci, anche se dentro una camera da letto, con una identità capace di spezzare il guscio in cui sono nascosti gli stereotipi nelle stesse "felicissime" famiglie. 

La vita, invece, li ha portati in una triste casa dalle tinte pastello e in Marta, (Alessia Giuliani) trovandosi in una situazione inaspettata, qualcosa si incrina. La donna vede oltre quelle tinte pastello. Si accorge dell’illusione che hanno costruito, e ne è disgustata. Della loro vita, ma soprattutto dell’uomo che le sta accanto, Francesco (Valerio Binasco). La loro vita inizia così a franare. Per fermarla, lei decide parlare, di dare una svolta alla loro vita. Così matura quel piano di trasferirsi con l’amante. Ma qualcosa va storto. E nonostante la consapevolezza, si decide di rimanere nell’abitudine, nel buio che conclude il dialogo e che dà spazio al nuovo atto. 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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