Sabato, 02 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Il Mercante di Venezia in scena al Silvano Toti Globe Theatre dal 24 agosto al 10 settembre 2017

Cos'è che rende Il Mercante di Venezia un testo sempre così affascinante? I motivi sono vari e sono quelli che scaturiscono dal contesto dell'opera.
Esalta primo fra tutti l'amicizia, seguito dal tema dell'amore, del credo religioso, dell'odio e da una punta di antisemitismo che ruota attorno alla figura di Shylock, personaggio cardine – almeno in questa versione di Loredana Scaramella – della vicenda. La sua negatività porta in certi momenti a considerare il testo non come una commedia, ma come il suo contrario; la caratterizzazione del personaggio è talmente prevaricante da offuscare tutto il resto, finanche il protagonista vero e proprio che dà il titolo alla rappresentazione, Antonio.
Antonio e Shylock rappresentano i due bracci della bilancia della giustizia, coloro che incarnano il bene e il male, lo scontro delle religioni. Shylock è la crudeltà fatta a persona e Antonio la carità cristiana per eccellenza.

Recensione dello spettacolo "Del folle amore, suoni e parole per fratello Jacopone", in scena al Todi Festival 2017.

L'inedito recital pone al centro del suo essere la figura del più illustre cittadino tuderte

Jacopone da Todi interpretato da Eugenio Allegri e musicato da Ramberto Ciammarughi rappresenta una delle più vivide sfide di questa edizione del Todi Festival. Una sfida prima di tutto perché portare a teatro delle poesie non è facile, dato che l'ambiente teatrale è già di per sé di nicchia e il pubblico moderno è decisamente più abituato alla prosa che alla rima, ma soprattutto perché la scelta di omaggiare le Laudi di Jacopone da Todi, sebbene mirata, può non rappresentare una facile chiave di lettura per tutti, amanti della poesia e non. 

Lo spettacolo inaugurale del Todi Festival 2017 affronta un tema scottante attraverso le memorie di una delle sue più note lucciole attiviste

Forse non tutti sanno, o immaginano, che il mestiere della prostituzione, oltre a essere il più antico del mondo, può diventare una vera e propria "arte, un umanesimo, una scienza" per chi lo pratica in modo intelligente, consapevole e con amore. Proprio come fece Grisélidis Réal, prostituta franco-svizzera, che divenne famosa in Europa lottando per ottenere diritti e dignità per lei e le sue colleghe. Dopo quasi trent'anni di attività, negli ultimi dieci anni della sua vita, Grisélidis si dedicò alla scrittura di poesie e di memorie che raccontano, in maniera decisamente scandalosa, aneddoti sul suo mestiere, mettendone a nudo tutti i lati più ignoti e umani. E' proprio attorno al suo primo libro, "Le noir est une couleur", quello in cui Grisélidis racconta la sua storia in modo onesto e diretto con toni quasi lirici e oscuri, che è stato costruito lo spettacolo portato in scena al Teatro Comunale di Todi per inaugurare la 31ma edizione del festival diretto da Eugenio Guarducci. 

Recensione dello spettacolo FIGLIE D’EGITTO ovvero LE SUPPLICI in scena il 3 agosto al Teatro Antico di Segesta

Superato con gli occhi il Tempio Grande di Segesta, uno dei meglio conservati del mondo greco, arrivo finalmente sulla cima del Monte Barbaro dove sorge l’antico teatro. Mi ritrovo a calcare le gradinate della cavea domandandomi quanti, prima di me, han compiuto gli stessi passi per ammirare spettacoli simili: i suggestivi effetti del crepuscolo, lo sfondo naturale di un mare che finisce per risultare indistinguibile dal cielo infinito, la calura estiva che si arrende misericordiosamente al vento. Per presenziare al debutto nazionale di FIGLIE D’EGITTO ovvero LE SUPPLICI - nuovo lavoro della compagnia bologninicosta, insignito del Premio Cendic Segesta 2016, ispirato a Eschilo e inserito all’interno del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2017 – ho percorso 350 chilometri. Ce ne vorranno altrettanti per tornare a casa ma dopo aver assistito alla presentazione del testo presso il Teatro Argentina di Roma, essere stato invitato da Sofia Bolognini e Dario Costa a seguire le prove all’interno del Villino Corsini e aver conosciuto l’intero cast non avrei potuto trovarmi da nessun’altra parte questo 3 agosto: perché l’opera di cui avevo sentito soltanto qualche passaggio a febbraio e che avevo visto iniziare a incarnarsi a metà luglio doveva venire alla luce, quella irripetibile di un angolo ancora intatto di Magna Grecia.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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