Martedì, 26 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo “Delitto e Castigo”, in scena al Teatro Argentina dal 03 al 15 Aprile 2018

 

"Sono convinto che bisogna accostarsi a Dostoesvkij con leggerezza, lui è stato un autore che non ha avuto paura di essere radicale…" dice Konstantin Bogomolov nelle note di regia.

In effetti, come per pochi altri classici della letteratura, intorno a “Delitto e castigo” si è creata una vera e propria aura di sacralità, rafforzata dal saccheggio delle sue tematiche operato nella cultura moderna: si pensi ai continui richiami nell’opera di Woody Allen o in altre opere di culto, come il “Taxi Driver” di Scorsese.

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Recensione dello spettacolo I Giganti della montagna in scena al Teatro Vascello – Roma nei giorni 11 e 12 aprile 2018

 

Ci vogliono i poeti per dar coerenza ai sogni”.

 

Immaginazione

È questa la parola che accoglie il pubblico mentre prende posto in platea. Roberto Latini voce tra le più importanti nell’attuale panorama teatrale italiano, riporta in scena al Teatro Vascello di Roma, la sua messa in scena dei Giganti della montagna di Luigi Pirandello.

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Recensione dello spettacolo Il piacere dell’onestà in scena al Teatro Quirino dal 3 al 22 aprile 2018

 

«È più facile essere un eroe che un gentiluomo. Per essere eroe basta un giorno, gentiluomo devi esserlo tutti i giorni» (Maurizio Setti al Marchese Fabio Colli).


Di uomini onesti se ne trovano pochi, esemplari di rarissima integrità. Sono dei tesori eccezionali, imperdibili, unici e – qualcuno oserebbe dire – anche saggi. Ma la saggezza non va di pari passo con l’educazione, perché “trascende dai suoi convenevoli” (è quanto affermerà Maximilian Nisi alias Maurizio Setti a Tatiana Winteler, alias Maddalena).
Allora che cos’è l’onestà?

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Recensione dello spettacolo Gesù aveva la erre moscia, andato in scena al teatro Stabile di Roma dal 6 all'8 aprile 2018

 

«Volevo fare una trilogia di spettacoli che parlassero di personaggi importanti, ma di dubbia esistenza: Shakespeare, Babbo Natale, Gesù… Intanto quindi, uno è fatto. Perché l’erre moscia? Perché me lo sono immaginato così: umano e quindi “difettoso”. È un modo per esplorarlo un po’ meno in quanto Messia e un po’ di più in quanto ragazzo come tutti gli altri. Il mio Gesù ha l’erre moscia, fa battute che non fanno ridere, impara a sputare, gioca a giochi in scatola con gli amici…insomma, fa cose che abbiamo fatto tutti (anche se io ancora non so sputare granché bene)».

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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