Recensione dello spettacolo Il corpo perfetto in scena al Teatro Brancaccino dal 26 al 28 Ottobre e dal 1 al 4 Novembre 2018
Regista e autrice del monologo Il Corpo Perfetto, Lavinia Savignoni è in scena nei panni di una esuberante e “convinta” naturopata in procinto di divulgare in TV il suo metodo per purificare il corpo mangiando sano e in armonia con la natura. L’attrice evidenzia come la corsa alla tendenza del momento e all’esteriorità a tutti i costi non crea persone sane bensì nevrotiche, imbrigliate dai loro stessi eccessi e ossessioni.
Lo zucchero è veleno, il grano subisce alterazioni e la carne è il prodotto di un’uccisione di un altro essere vivente e fa malissimo; lo zenzero invece salverà il mondo. Sarà invece la protagonista a salvare se stessa nel momento esatto in cui riprende a sentire il proprio corpo e le sue reali emozioni: quel corpo, troppo spesso immolato e compresso per fare posto ad un sentire artificiale che lo pretendeva simile a quello di una ballerina da carillon, ora urla la sua protesta. Al diavolo la rincorsa all’eterna giovinezza: “ I trattamenti sono faticosi e farli fare è ancora più faticoso!” Al diavolo la ricerca al corpo perfetto: “ Io voglio la pancia e voglio fare la casalinga!” L’improvvisa virata ci rende partecipi della sofferenza e del dispendio di energia con i quali la protagonista ha tenuto a bada il vibrare delle proprie emozioni, emerse poi in modo così esplosivo da farle desiderare, quasi per rivalsa, l’esatto opposto di quanto poco prima professato. Sarà poi la vecchiaia, che comunque arriva per tutti, a sfumare le differenze tra i diversi stili di vita rendendoci tristemente tutti simili. L’attrice interpreta un personaggio assolutamente credibile, figlio (ahimè legittimo) del nostro tempo dove l’apparire prende il posto dell’essere.
Decisamente apprezzata la grande espressività corporea e facciale con la quale Lavinia Savignoni regge la scena da solista fuoriclasse riuscendo a comunicare limpidamente le diverse tonalità emotive di cui è preda e artefice il suo personaggio, pur rischiando, a volte, di sovraccaricarlo e caratterizzarlo oltremisura secondo un unico registro nevrotico. La chiave della semplicità sembra caratterizzare lo stile registico per uno spettacolo che, per scrittura e interpretazione, possiede già una sua anima. Elegante la scelta di modulare l’intensità della luce in relazione al tono umorale della protagonista quasi a voler sottolineare il clima emotivo del momento. Originale l’ antefatto: alcuni minuti prima dell’inizio ufficiale dello spettacolo, parallelamente all’arrivo del pubblico, l’attrice nei panni del suo persoanggio era già intenta a preparare bevande detox.
Pubblico molto divertito per un monologo che coniuga grande godibilità a momenti di riflessione da portare con sè. L’intento di Lavinia Savignoni non sembra essere quello di insegnare qualcosa, piuttosto è un invito ad accettare la nostra imperfezione umana diffidando degli eccessi e dei fanatismi che a volte nel campo del benessere e alimentazione caratterizzano gli addetti ai lavori ancor prima dei loro clienti.
Simone Marcari
3 novembre 2018
informazioni
Monologo scritto, diretto ed interperetato da Lavinia Savignoni