Domenica, 24 Novembre 2024
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Recensione di Cascando della compagnia DoveComeQuando in scena alle Carrozzerie n.o.t . nell'ambito del Festival Inventaria, andato in scena il 9 e il 10 ottobre 2020
 
 

Bisogna mettere un punto. Bisogna che le cose finiscano. Si chiama coraggio.”

Il teatro off non si ferma: lo spazio dalle atmosfere vintage e alternative di Carrozzerie n.o.t, sfida con coraggio e in sicurezza il clima di sfiducia e di paura dei contagi da Covid-19 rompendo la tensione avvertita nel settore della cultura, con la nuova edizione del festival Inventaria. Il primo spettacolo in scena dal titolo Cascando, è stato scritto e diretto di Pietro Dattola, direttore artistico della stessa manifestazione. Come titolo, già la scelta di questo verbo coniugato poi al gerundio, rimanda al senso di precarietà, d’inconsistenza, alla paura, prolungati nel tempo di un’intera esistenza. La protagonista, Anna è al centro della scena vuota dal buio della quale si intravede la presenza un unico oggetto: una sedia trasparente interpretabile come una metafora dell’inconsistenza di tutti i punti di riferimento personali, sociali e culturali che circondano la vita della protagonista, quindi una mancanza di sostegni.

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Recensione dello spettacolo Storia de Roma nostra in scena al teatro Vittoria dall’1 all’11 ottobre 2020

 

La storia d’Italia è una realtà complessa e piena di contraddizioni, ma che ha come perno centrale una città: Roma. L’evoluzione della metropoli segna la nostra storia, infatti è proprio “Storia Nostra” il titolo che il poeta Cesare Pascarella assegna alla sua ultima opera: duecentosessantasette sonetti in romanesco che raccontano le vicissitudini della capitale, dalla fondazione fino all’annessione al regno d'Italia. L’estro di Toni Fornari nel 2010 aveva estratto dall’enorme poema uno spettacolo musicale, che quest’anno, in occasione del centocinquantesimo anniversario di Roma capitale, è stato riportato in scena.

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Recensione dello spettacolo La mia esistenza d’acquario andato in scena in diretta su Zoom dal 23 settembre al 3 ottobre 2020

 

La mia esistenza d’acquario è un racconto scritto da Pier Maria Rosso di San Secondo nel 1919. Ma è anche una sfida per Lydia Giordano che, nell’era del web e dello streaming, sceglie un testo tutt’altro che immediato per farne un’opera teatrale, femminile e digitale al cento per cento. 

Diciassette monologhi che raccontano la stessa storia, o meglio, capitoli diversi di una stessa storia; la storia di Lauretta e del suo rapporto di amore e odio verso la madre. Diciassette attrici che, in diciassette stanze diverse, senza mai vedersi o sentirsi, danno voce ai sentimenti e ai pensieri contrastanti di uno stesso personaggio. Tutte per una e ognuna per sé: ciascuna protagonista del proprio spettacolo nello spettacolo, con tanto di titolo, scenografia e note di regia differenti. 

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Recensione dello spettacolo #LOSTUPRODILUCREZIA in scena al Globe Theatre dal 29 settembre al 1 ottobre 2020

 

Giovanna Reggiani è morta in ospedale il 31 ottobre 2007, appena ventiquattrore dopo l’aggressione. Oggi, a tredici anni dalla scomparsa, la sua storia rivive nel mito di Lucrezia, nei versi di Shakespeare e sul palcoscenico del Globe. 

È nello spazio che precede il teatro e lo spettacolo vero e proprio che scopriamo la sua storia e quella di altre donne vittime di violenza e abuso come lei. In realtà sono storie note: pagine e pagine di cronaca nera e giudiziaria ce le hanno raccontate; ma, per un paio di notti, rivivono negli occhi, nelle fattezze e nelle voci delle sette donne scelte da Marco Carniti per #LOSTUPRODILUCREZIA. 

Un titolo che è un hashtag. Un hashtag che è una denuncia social(e), che unisce in un coro univoco le donne di ogni epoca e nazionalità. E in effetti, come lo stesso regista spiega poco prima di andare in scena, non è una casualità che le attrici selezionate per questo progetto laboratoriale siano di nazionalità diversa. Sette interpreti, più che semplici attrici, ciascuna con una formazione artistica differente e poliedrica, che in un tribunale immaginario raccontano, denunciano e chiedono giustizia per Lucrezia e, simbolicamente, per tutte le donne che Lucrezia rappresenta. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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