Teatro Palladium, recensione dello spettacolo "La strada che va in città", in scena al teatro Palladium all'interno della rassegna “Flautissimo 2021” il 27 e 28 novembre 2021
Prendere la strada che va in città, per poi accorgersi che il vero amore è altrove…
Uscito nel 1942 “La strada che va in città” è stato il primo romanzo edito di Natalia Ginzburg. La storia è quella di una ragazza di umili origini che sacrificherà l’amore vero per scegliere un matrimonio di interesse, percorrendo appunto: “la strada verso la città”. La scelta risulterà fallimentare, portando allo scoperto la miseria di una donna e del suo cammino di crescita, a contatto costante con le sue decisioni sbagliate e forse evitabili.
A raccontare Delia, la protagonista del romanzo della Ginzburg, sul palco del teatro Palladium di Roma, per la rassegna “Flautissimo 2021”, c’è un’ intensa Valentina Cervi, diretta da Iaia Forte, amica della Cervi; a cui l’ attrice si affida con fiducia. La scelta fatta dalla regista e supportata dall’attrice, sola in scena per tutto il tempo dello spettacolo è quella di rispettare il fatto che il testo è un romanzo, e quindi di proporre un reading con una depuratissima messa in scena.
La lettura del testo è accompagnata dalle videoistallazioni di Giovanni Frangi, che scorrono su uno schermo. Una serie di immagini che ripercorrono la strada della protagonista, colorandone la lettura e disegnandone i contorni.
Pochissimi i movimenti in palcoscenico della Cervi, qualche camminata, alcuni cambi di accessori, il resto, che poi è il tutto, è affidato all’ interpretazione dell’ attrice, che essendo una lettura rimane spesso priva di forti cambi di tonalità, o di sfumature, che probabilmente avrebbero reso il testo più ricco di contrasti. Il volto della Cervi è talmente intenso che a volte racconta da solo ciò che avviene, seppure l’interpretazione, che qui spesso manca, ma di cui l’attrice è capace, avrebbe agito con più forza sul racconto.
Valentina Cervi figlia e nipote d’arte, attrice soprattutto di cinema, vanta un curriculum di tutto rispetto, fina all’ ultima interpretazione ne “La scuola cattolica” e Iaia Forte attrice, sia di teatro che di cinema, amata moltissimo dalla critica; portano in scena nelle vesti di attrice e regista un “racconto di donna”, una “storia senza rughe”, come quella scritta dalla Ginzburg e così definita da Cesare Garboli nella sua introduzione al libro; che poteva sicuramente essere più definita nei contorni.
Ci rimane la bellezza di un romanzo senza tempo, la grazia a tratti malinconica della Cervi, il personaggio di Delia, una donna che come tante pensa di potersi adattare a una vita facile, senza aver fatto i conti con la tragica miseria dei compromessi.
Barbara Chiappa
1 dicembre 2021