Recensione dello spettacolo Nessuno dopo di te in scena a Teatrosophia dal 22 al 27 febbraio 2022
“When I am laid, am laid in earth, May my wrongs create
No trouble, no trouble in thy breast;
Remember me, remember me, but ah! forget my fate.
Remember me, but ah! forget my fate”.
Henry Purcell - When I am laid in earth (Dido’s Lament) dall’opera Dido and Aeneas
Il pubblico è accolto da uno scrosciare d’acqua: una presenza dominante, evocata e riassunta dalla semplice eppure efficace scenografia che caratterizza il palcoscenico, elemento in cui iniziano idealmente a muoversi Mirko (Tommaso Sartori) e Diego (Gabriele Giusti). Che abbiano caratteri molto diversi lo si intuisce subito: tanto uno vi sguazza, ne gode, vi si immerge senza ritegno quanto uno ne è spaventato eppure attratto. La prima volta che i due si “incontrano” è, appunto, al mare: Diego spia e fissa nella sua mente la figura di Mirko, senza da questi essere visto. O, almeno, così crede. Si incrociano nuovamente in un locale gay, poi in una chat. Il loro è un appuntamento mercenario: Mirko fa l’escort. Il loro rapporto sin da subito non è equo: non c’è denaro che, pare, possa trattenere Mirko; non c’è denaro che basti a Diego per ottenere ciò che, in verità, desidera. Eppure continuano a frequentarsi, in una stanza che è gabbia e rifugio: per e da loro stessi. Mirko si inabissa nel piacere, con un passato da cui si fa ancorare al fondo. Diego, dopo aver galleggiato per anni, imparerà a nuotare? La risposta, ancora una volta, sarà nell’acqua.
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