Sabato, 23 Novembre 2024
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Vittorio Sgarbi, Pasolini-Caravaggio al teatro Olimpico di Roma: un accostamento inconsueto e avvincente

Recensione di Pasolini Caravaggio di e con Vittorio Sgarbi, in scena al Teatro Olimpico dal 2 al 4 dicembre 2022

Cosa possono avere in comune lo scrittore, poeta, regista, sceneggiatore Pierpaolo Pasolini, appartenente al 1900 e il pittore Michelangelo Merisi conosciuto come Caravaggio vissuto tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600? Nell’immediato, ci sembra poco, ma solo ad uno sguardo superficiale. La nuova lectio magistralis-spettacolo di Vittorio Sgarbi, ci stupisce per la ricchezza di particolari e aspetti di vita che i due artisti condividono nel loro inconsueto percorso di vita. Entrambi artisti di profondo spessore, vivono in opposizione col loro tempo per il loro stile di vita e per la precocità e visionarietà del loro intelletto. Giungono entrambi a Roma all’età di 25 anni per avere la possibilità di vivere nella libertà di costumi castrata nei piccoli centri di provenienza. Non vogliono rinunciare alla ricerca del proprio piacere e al diritto di vivere liberamente la propria omosessualità, Pasolini arriva a pagare e a nascondersi per questo. Ma prescindendo dalla comunanza di molti aspetti della personalità è l’accostamento del loro pensiero e della loro arte a sconvolgerci per le inaspettate consonanze. Entrambi sono gli artisti della realtà, rappresentata nella sua autenticità, senza abbellimenti, senza retorica, senza fronzoli. Ricercano persone che appartengono alle medesime classi sociali, con le stesse caratteristiche: l’umanità più degradata, allontanata da tutti, ignorata dai borghesi e dai benpensanti. La riprova di questo comune interesse è la sorprende somiglianza tra alcuni “ragazzi di vita” e alcuni protagonisti delle tele caravaggesche, come ad esempio tra Pino Pelosi, il suo assassino, e i vari Bacco in versione giovanile e malata ritratti da Caravaggio.

Dunque non sempre amati, spesso osteggiati, a volte odiati da chi non vuole vedere, da coloro ai quali la realtà degli outsider appare scandalosa, inaccettabile. Singolare il caso di damnatio memoriae di Caravaggio, che per tre secoli è stato completamente ignorato. Caduto infatti in disgrazia presso gli ecclesiastici per aver rappresentato il sacro con sembianze troppo umane, addirittura utilizzando il corpo di una prostituta realmente morta come modella, ha pagato con un lungo ostracismo nel panorama artistico italiano. Anche Pasolini riporta nella sua arte la sua vita sregolata, scandalosa, riportando le esperienze dei “ragazzi di vita” che frequenta di notte, quando abbandona le vesti del fine intellettuale per entrare in quelli della trasgressione sessuale.

Il pubblico in sala appare estasiato e rapito dagli excursus sulle principali opere caravaggesche, di cui Sgarbi ci illustra dettagli interessantissimi come le luci, le posizioni, la scelta dei soggetti inusuali: l’entrata del divino nella quotidianità della Vocazione di San Matteo, la disposizione teatrale de La decollazione del Battista, la posizione del corpo senza vita in La morte di Santa Lucia, che richiama quella in cui è stato ritrovato il corpo di Paolini. A latere filmati di alcune interviste a Pasolini e immagini della tragedia all’Idroscalo della notte tra 1 e 2 novembre.

Con la consueta competenza e passione, Vittorio Sgarbi ci cattura con due ore di letteratura, arte, filosofia, con qualche riferimento all’attuale situazione politica e alle immancabili pale eoliche, massime colpevoli per Sgarbi di deturpare l’estetica dei paesaggi italiani; il tempo in scena vola scandito dalle musiche originali al violino di Valentino Corvino e dalle immagini sullo schermo di Tommaso Arosio.

 

Mena Zarrelli

5 dicembre 2022

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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