Recensione dello spettacolo Ovvi Destini di Filippo Gili in scena al Teatro Sala Umberto dal 4 al 15 maggio 2022
Quanto siamo disposti a perdere prima di arrivare a vincere?
La nuova opera drammaturgica firmata e diretta da Filippo Gili ancora una volta, fedele alla sua cifra stilistica, ci introduce a un’intimità familiare su cui pesa qualcosa di profondamente tragico. I suoi lavori sono delle tragedie greche contemporanee, aprono uno squarcio sull’incoerenza e la feroce ironia della condizione umana, sulla parte oscura che si trova in ognuno di noi e che può venir fuori, soprattutto con i legami familiari.
Nel caso di Ovvi Destini, in scena al teatro Sala Umberto, le protagoniste sono tre sorelle. La minore, Costanza, (Daniela Marra) costretta su una sedia a rotelle, l’altra più realista e accudente, Lucia, (Anna Ferzetti), e la terza, Laura, (Vanessa Scalera) ludopatica che è, tragedia nella tragedia, erosa da un senso di colpa di un segreto nascosto che lo spettatore scopre dall’inizio. Laura, anni prima, decide di arrampicarsi per gioco all’interno di palazzo fatiscente: qui si staccano varie sbarre di ferro e, in un tragico effetto domino, tutto crolla addosso alla sorella minore. Compare un uomo misterioso (Pier Giorgio Bellocchio), che dice di essere testimone dei fatti, e la tormenta con battute e allusioni. Chi è realmente costui che appare come un sinistro “realizzatore di desideri”? Un ricattatore come può apparire all’inizio – o una voce della coscienza giunta ad offrire un’irripetibile possibilità di redenzione? Lo spettatore si chiede: qual è la colpa di Laura? Forse l’essere tornata giovane per qualche istante, recuperando la freschezza e lo spirito di tanti anni prima.
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