Recensione dello spettacolo Diario di un inadeguato ovvero Mumble Mumble atto II. Di Emanuele Salce con la collaborazione di Andrea Pergolari. Regia di Giuseppe Marini. In scena all'OFF/OFF theatre dal 23 al 27 Febbraio 2022
Atmosfera particolare quella che avvolge l' OFF/ OFF theatre in una sera apparentemente ordinaria di fine Febbraio, quando ci si aspetta il freddo e invece si soffre il caldo. Il pubblico fa il proprio ingresso in sala con il sorriso di chi sa, forse per chimica o elettricità, che in quella serata accadrà qualcosa. Emanuele Salce sembra recepire gli umori del pubblico e catalizzarne gli elettroni, dando vita ad una pièce di cristallo, per cura ed eleganza.
I cerchi rimasti aperti reclamano chiusura e dettano a Salce la necessità di continuare a raccontarsi con una seconda versione di un suo spettacolo precedente, mentre il suo collaboratore ( Paolo Giommarelli) non ne vuol sapere di essere coinvolto una seconda volta. Introdotto dal suddetto prologo, in una sottilissima alchimia tra equilibri e dosaggi, prende e restituisce vita un racconto dove la precisione dell'intelaiatura drammaturgica e la sua incarnazione interpretativa si sostengono vicendevolmente. Queste garantiscono quella sobrietà e cristallinità espositiva la cui potenza è già integrata nella natura del testo. Tale scelta stilistica, respirabile fin dalle prime battute, si sostanzia nel racconto di alcuni passaggi salienti della vita di Emanuele Salce costantemente insapiditi di comicità, dove l'auto ironia si fonde con il paradosso. Il tema biografico conduttore, contestualizzato nel 1999, ruota intorno alla descrizione da parte di Salce del suo secondo incontro con Amanda, una ragazza australiana conosciuta tempo prima all'aeroporto di Sidney in circostanze "imbarazzanti". Dopo diversi scambi di mail la ragazza, in occasione di un suo viaggio per l'Europa, decide di passare anche a Roma e cogliere così l'occasione di riabbracciare Emanuele e trascorrere due giorni in casa sua. Questi è abituato da tempo ad una vita solitaria che lo ha condotto ossessivamente ad una programmazione della stessa dove l'altro non è contemplato. Si ritrova così a gestire goffamente l'esuberanza di una presenza sensuale ma ingombrante, nel vano tentativo di sottrarla ai curiosi tentacoli dell'ambiente familiare. Esilarante l'intero racconto della cena di Natale che raggiunge il culmine quando Amanda chiede a Vittorio Gassman che lavoro facesse.