Domenica, 24 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Napoletana in scena presso la Casa del Jazz (Roma) il 3 luglio 2022

 

È un pubblico eterogeneo quello che si riunisce nel parco dell’incantevole Villa Osio, un tempo proprietà del boss della banda della Magliana Enrico Nicoletti oggi prestigiosa sede della Casa del Jazz dopo essere stata assegnata al Comune di Roma. Ci sono giovanissimi, coppie di adulti, gruppi di anziani. Tutti accorsi per assistere a Napoletana di Mariangela D’Abbraccio: un concerto che è anche uno spettacolo, terzo episodio di una sorta di trilogia - i capitoli precedenti sono Nel cuore di Totò e Amarafemmina – che nasce dall’intenzione di celebrare e attualizzare la tradizione musicale partenopea.

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Recensione dello spettacolo Pene d’Amor Perdute di William Shakespeare in scena al Gigi Proietti Globe Theathe dal 10 al 19 giugno 2022 

 

“L’amor mio è di un immacolato color bianco e rosso.

Maculatissimi pensieri, padrone, si celano sotto tali colori”.

 

Shakespeare non è nuovo alla rivisitazione delle sue opere, ma prendere un’opera del Bardo e trasformarla in una “fiaba musicale” è una scommessa ardita. Ci provano, riuscendo, i giovani provenienti dall’Accademia “Silvio d’Amico”, con la regia di Danilo Capezzani, con cui si apre la nuova stagione del Globe, sotto la direzione di Nicola Piovani.

Pene d’amor perdute ha una storia molto semplice. Ferdinando il re di Navarra e i suoi amici, spavaldi e sicuri, firmano un giuramento: per tre anni si dedicheranno esclusivamente allo studio e non conosceranno le gioie e le pene dell’amore. In un tempo imprecisato, giunge, però, un’imprevista visita dell’affascinante principessa di Francia, accompagnata dalle sue damigelle, che renderà molto arduo mantenere il patto. I quattro perderanno la testa e faranno di tutto per conquistare le donne: lettere, regali, travestimenti, con un effetto comico assicurato. 

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Recensione dello spettacolo La Spallata in scena al Teatro Tirso de Molina in scena dal giorno 8 al 12 giugno 2022 

 

Siamo nel 1963 in un quartiere popolare di Roma, dove ci si esprime prevalentemente nel linguaggio dialettale. Entriamo nella vita di una famiglia numerosa che riporta nomi di discendenza fascista, allargata anche alla presenza di zii e amici, come era consueto nelle famiglie del tempo. La componente femminile è prioritaria ed è delineata nelle sue varie sfumature di personalità: da subito cogliamo la dicotomia tra Eddarella e la zia rimasta vedova. La prima, giovane, piena di sogni e di aspettative sul futuro, ha rinunciato al guadagno sicuro che le procurava occuparsi di unghie e capelli per inseguire quello di fare carriera nel cinema e per questo intraprenderà delle frequentazioni che nel lungo tempo si riveleranno nocive. All’opposto, la zia, vive radicata nel passato al punto tale che i suoi interlocutori sono le foto del marito e del cognato, scomparsi prematuramente qualche anno prima. Non riesce più a guardare al futuro con interesse e ripropone esclusivamente il vissuto che emerge dai ricordi. Intanto Lucia, la sorella, rimasta vedova anche lei, è colei che si occupa concretamente di tutte le incombenze di casa ma è perennemente angustiata dai comportamenti preoccupanti dei figli: Eddarella, Benito detto Tito e Claretta. Anche i fratelli di Eddarella hanno intrapreso percorsi instabili in ambito lavorativo.

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Recensione dello spettacolo CASO, MAI – L’imprevedibile virtù della dignità in scena al Teatro Cometa Off dal 24 al 29 maggio 2022

 

Ammalarsi di una malattia neurodegenerativa, con la progressiva perdita dell’autonomia, pone inevitabilmente l’individuo di fronte a strazianti domande esistenziali. La risposta a tante domande diventa la commedia Caso, Mai – L’imprevedibile virtù della dignità che i giovani registi Simone Guarany e Licia Amendola presentano, in prima nazionale, presso il teatro Cometa off del quartiere Testaccio di Roma. 

Lo spettacolo, inscritto nella nobile tradizione del teatro sociale e di ricerca, si articola in tre tempi. Il primo tempo giustappone due ambienti domestici, dove due giovani coppie cercano di inventare rispettivamente il proprio quotidiano, il secondo inscena nell’algida stanza di un ospedale il tragico decorso della malattia, mentre il terzo rappresenta l’epilogo di una condanna annunciata. L’agile palinsesto drammaturgico si fonda sulla reazione delle due coppie di fronte all’evento tragico. Nel dipanarsi della storia la commedia iniziale, dal sapore casual e contemporaneo, assume i tratti angoscianti e severi della tragedia. Massimiliano lotta e parteggia per la vita, mentre Giuseppe segue con spavalda determinazione il doloroso iter per il suicidio assistito. Accanto vi sono le rispettive mogli, Paola e Flaminia che, di fronte alla malattia, sceglieranno l’una la speranza e l’altra la tristezza di un futuro per sempre rubato. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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