Domenica, 20 Aprile 2025
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Recensione de Una coppia in provetta, in scena al teatro de' Servi dal 27 gennaio al 15 febbraio 2015

 

Un volo di gabbiani telecomandati

                                                                                       e una spiaggia di conchiglie morte

                                                                         nella notte una stella d'acciaio

                                                                                            confonde il marinaio

 


                                                                                            Strisce bianche nel cielo azzurro

                                                                                             per incantare e far sognare i bambini

                                                                                             la luna è piena di bandiere senza vento

                                                                                             che fatica essere uomini [...]

 

                                                                                     (L'Arca di Noè, Sergio Endrigo, 1970)

       

Enzo e Luna desiderano tanto un bambino frutto del loro amore... ma determinate coincidenze del caso e un paio di problemi congeniti in entrambi, rendono la realizzazione del loro sogno complicata.

Non si tirano indietro e con l'assistenza del dottor. Polline, si avviano verso un lungo, difficile e tortuoso cammino che infine dovrà portarli, supportati dai preziosi consigli dello specialista in concepimenti, al raggiungimento dell'obiettivo.

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Recensione de Il diario di Maria Pia, in scena al teatro dell'orologio dal 13 al 25 gennaio 2015

" <<Senti, fratello, che cancro hai, tu?>> domandò con voce roca.

Questa domanda colpì in pieno Pàvel Nikolàevič, che già era arrivato al suo letto. Alzò gli occhi sull'impudente, e sforzandosi di non uscire dai gangheri (ma le sue spalle sussultarono), disse con dignità:

<<Nessuno. Non è affatto cancro, il mio>>

Il rosso sbuffò e sentenziò per tutta la corsia:

<<Ecco un idiota! E che l'avrebbero mandato qui, se non aveva il cancro?>>"

(Divisione Cancro, Aleksandr Isaevič Solženicyn, 1963-1967 )

Un giorno a Maria Pia, che nella vita era medico, viene diagnosticato un brutto male che rivela essere, dopo gli esami di accertamento fatti, un cancro.

Lei non si perde d'animo e continua, nonostante tutto, a condurre la sua vita di tutti i giorni con la vitalità e la gioia che l'hanno sempre contraddistinta e caratterizzata, ma con il progredire della malattia il sopravvenire, privato dell'autosufficienza la costringe al ricovero permanente in ospedale. Situazione che con l'aggiungersi di forti dosi di medicinali gli farà perdere la voglia di vivere. Da qui il vivo consiglio dell'oncologa, sua collega e amica, di redigere un diario dell'esperienza che fino agli ultimi momenti della sua vita detterà al figlio che si occuperà di lei.

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Recensione di Anselmo e Greta, in scena al Teatro Vascello dal 17 al 25 gennaio 2015


                                                                            "L'immaginazione dell'uomo, in materia di mostri, è limitata."
                                                                                                                                                (Jeorge Luis Borges)



Una fiaba moderna che, come tutte le fiabe, dietro le apparenze nasconde sempre una fortissima componente inconscia e una buona quantità di realtà/verità.

Anselmo e Greta sono due bambini di oggi con due genitori come troppi ce ne sono troppi al giorno d'oggi.

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"Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
                             Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni."       

                                                 

                                                           (Il gabbiano Jonathan Livingston, 1970, Richard Bach)

                                                                                       

Prendiamo il titolo di quest'opera e ragioniamoci (o se preferite "filosofeggiamoci") un po' su'.

 

Il Gabbiano... sul consueto piano di lettura è un volatile, ma facendo pochissimi passi e spingendoci ai margini e poi oltre la linea di demarcazione del limite di un secondo (ipotetico) piano di lettura il gabbiano diventa anche un simbolo, poi a voler essere lungimiranti e a voler varcare un terzo (possibile) piano di lettura il gabbiano diventa, un parlare di qualcosa ma dire d'altro, quindi un allegoria.

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Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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