Recensione dello spettacolo teatrale La governante di Vitaliano Brancato con Ornella Muti ed Enrico Guarnieri, Rosario Minardi, Nadia De Luca, Rosario Marco Amato, Caterina Milicchio, Turi Giordano, Naike Rivelli. Regia Guglielmo Ferro. In scena al teatro Quirino dal 5 marzo 2019 al 17 marzo 2019
Come un telo apposto davanti agli occhi e sulla coscienza, che esonera e protegge dal libero pensiero e dall’esperire emotivo, la cultura di appartenenza in una famiglia siciliana trapiantata a Roma nell’immediato dopoguerra stabilisce cosa pensare e cosa provare. Non c’è spazio per la propria coscienza e per il proprio reale sentire, perchè soppressi da introietti culturali che come tali vengono assunti, quasi deglutiti, senza essere assaporati nè masticati. Leopoldo Platania, il patriarca di una famiglia composta da lui, il figlio, la nuora e due nipoti, è una persona integerrima, cattolica e rispettosa delle tradizioni. Il suo credo e le sue regole interiori risultano essere tuttavia molto precari perchè mancanti di vere radici e reali convinzioni, quelle che nascono da dentro. I principi del sig. Leopoldo compresi quelli religiosi, sono, infatti, privi di sostanza e votati semplicemente alla forma, la cui inconsistenza viene facilmente smascherata dalla governante di casa, Caterina Leher, donna francese, discreta e misurata, dotata di una saggezza elegante espressa da poche e precise parole, capace di intercettare l’animo umano oltre l’apparenza esteriore. Assorbita da altri pensieri incoffesabili, la sua presenza risulta a volte solo accennata.