Mercoledì, 06 Novembre 2024
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Lo “spettro” Zero raccontato da Massimiliano Bruno che fa ridere e commuovere

Recensione dello spettacolo Zero in scena al Piccolo Eliseo dal 21 al 31 marzo 2019

 

Una tendina velata divide in due la scenografia sul palcoscenico. Essa è bianca e grigia con delle sfumature nere dove risaltano lettere e disegni indefiniti. Dietro questa “tenda” una band composta da chitarra e basso, piano rhodes e moog, violoncello e batteria.
La band è come un’ombra, sempre presente, che con la sua musica accompagna il protagonista (o i protagonisti) durante la messa in scena dello spettacolo (che si svolge dall’altra parte della tenda).


Ma Zero non è propriamente uno spettacolo teatrale, almeno non è questa la definizione adatta per il significato ormai assunto nel gergo comune, e non è nemmeno un monologo. Zero è una storia che racconta di noi e fa parte di noi. E la sua straordinarietà sta che lo si può definire come spettacolo teatrale, monologo e racconto, perché composto da tutti questi tre elementi.
A dar vita a questo racconto sul palco del Piccolo Eliseo è uno straordinario e camaleontico Massimiliano Bruno, regista, sceneggiatore e attore di grandi successi cinematografici (Nessuno mi può giudicare, che gli è valso il Nastro d’argento e il Globo d’Oro nel 2011 per la migliore commedia, Viva l’Italia, Confusi e felici, Gli ultimi saranno ultimi, Beata Ignoranza ecc.) che, per novanta minuti, tiene costantemente alta l’attenzione del pubblico con una storia dai ritmi serrati, spassosa, almeno nella prima parte, e drammatica verso la fine della rappresentazione.
Chi conosce Massimiliano Bruno sa perfettamente che le aspettative non saranno deluse: la risata, l’ironia, il divertimento sono assicurati con battute che esprimono tutto il genio della comicità (ci si domanda spesso come faccia a pensarle), con uscite sagaci e caustiche, ma imperniate anche di riflessioni profonde, graffianti e amare. Le sue opere recano sempre una denuncia nei confronti della società attuale ma, a differenza di tanti altri comici o di personaggi che fanno della satira il proprio lavoro (suscitando talvolta anche odio, rabbia e cattiveria nei confronti dei propri target), Bruno riesce a far ridere e pensare in maniera garbata, senza mai offendere, mettendosi dalla parte dei più deboli, raccontando cos’è la disperazione facendo ridere di gusto lo spettatore anche per una cosa così tragica. 
Zero si svolge in un commissariato dove un postino di origini calabresi, soprannominato da tutti Cacasotto, viene interrogato da un maresciallo dei carabinieri. Cacasotto comincia a parlare della sua infanzia e degli amici della adolescenza: Gianluca, diventato a sua volta un carabiniere, Walter che gira il mondo in tournée per promuovere i suoi spettacoli, Andrea che lavora in un centro di recupero per tossicodipendenti e Margherita sua sorella che fa la giornalista. E poi c’è Peppino Rizzo, figlio di un boss.
I cinque amici (tutti interpretati da Massimiliano Bruno) si sono dati appuntamento per pareggiare un conto in sospeso da vent’anni. All’appello manca solo Peppino. Ma Zero si svolge anche durante le tournée di Walter, nel centro di recupero dove lavora Andrea, nella redazione di Margherita, a casa di Peppino e presso la stazione dei carabinieri dove ritroviamo anche Gianluca. Zero si svolge durante i fuochi di artificio per la festa in paese a Rogliano, al Piccolo Eliseo ma, soprattutto, fuori per le strade, tra la gente.
Zero è un intenso monologo dove si danno battaglia la stupidità e il buon senso, la ragione e l’istinto, la cattiveria umana e la fragilità. È una lotta senza esclusione di colpi, dove fino alla fine si spera si rinsavisca, si auspica in qualcosa di buono, lo si cerca il buono anche se non c’è e lo si ritrova, commuovendosi, solo nelle ultime battute dell’attore quando tutti i componenti della band – Massimo Giangrande (chitarra e basso), Andrea Biagioli (piano rhodes e moog), Fabrizia Pandimiglio (violoncello), Augusto Zanonzini (Batteria e percussioni) – smettono di essere “ombra”, attraversano il velo della tenda e si mostrano dall’altra parte del palcoscenico insieme a Massimiliano Bruno formando un cerchio attorno  a lui.

Un cerchio che ha tutta l’aria di essere un fiore. Un bellissimo fiore che, al di là delle sfumature grigiastre, racchiude in sé i colori sgargianti della vita e dell’unicità dell’essere.

 

Costanza Carla Iannacone
24 marzo 2019

 

Informazioni

 

Zero
Scritto e interpretato da Massimiliano Bruno
Chitarra e basso Massimo Giangrande
Piano rhodes e moog Andrea Biagioli
Violoncello Fabrizia Pandimiglio
Batteria e percussioni Augusto Zanonzini
Fonico audio Sante Di Clemente
Musiche Massimo Giangrande
Costumi Alberto Moretti
Assistente alla regia Susanna El Sawi
Regia Furio Andreotti
Produzione Corte Arcana Isola Trovata

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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