Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo After the end, in scena al Teatro Brancaccino dal 12 al 22 dicembre 2019

 

Un’esplosione, forse un attentato. Ovunque distruzione e morte, macerie e cadaveri bruciati. Forse. È quello che Mark (Federico Rosati) racconta a Louise (Miriam Galanti). E di come le abbia salvato la vita, trasportandola nel bunker che ha nel giardino. La verità è lì in alto, al di fuori di una botola di ferro, che non si aprirà mai. Ma essa, terribile, si svelerà comunque alla ragazza, man mano che il rapporto fra i due evolve all’interno dello stretto recinto in cui è confinato. Un gioco crudele che, sottratta la libertà, si attua gradualmente. Prima la ritorsione psicologica con ogni mezzo: invocando la gratitudine, ricercando la pietà, dichiarando l’amore. Poi l’imposizione della volontà tramite la privazione del cibo e la violenza. Per arrivare al vero fine di tutto, il possesso, che è ovviamente anche carnale (esplicitamente dichiarato in scena), ma che in realtà ambisce ad essere totale.

Recensione dello spettacolo I soliti ignoti. Adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli. Con Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno e con Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi. In scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 18 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020

Dove le rovine della guerra sono ancora il paesaggio prevalente e il brecciato e la polvere di ieri non sono ancora l’asfalto e il lastricato di oggi, dove al benessere dei pochi corrispondeva la povertà e la precarietà dei tanti: era questa l’Italia del dopoguerra degli anni ‘50. Un’Italia in bianco e nero come quei filmati di tanti anni fa, dalla vita socioeconomica anch’essa bicolore, in cui spesso era la fame e non il talento a forgiare il mestiere. Sull’orizzonte di tale sfondo si stagliano i sogni improbabili di un gruppo sgangherato di ladruncoli, illusi professionisti ma destinati a rimanere ladri di polli, che decide di approfittare di un’occasione favorevole per tentare di cambiare vita attraverso un “audace colpo”.

Recensione dello spettacolo Out of love in scena al Teatro Belli 14 e 15 dicembre 2019 all'interno della rassegna Trend nuove frontiere della scena britannica XVIII edizione a cura di Rodolfo di Giammarco

 

Out of love di Elinor Cook è una storia d’amicizia, un viaggio discontinuo nel tempo in cui le oscillazioni tra passato, presente e futuro raccontano l’arco temporale di circa trent’anni che lega indissolubilmente Grace (Livia Antonelli) e Lorna (Dacia D’Acunto).  

Il paesaggio post-industriale della provincia inglese è restituito da una materica e praticabile miniera di carbone, rifinita con tanto di binario e carrello, che satura la scena. Lì le due protagoniste giocano, crescono, scoprono i primi impulsi, si struggono per i primi flirt. Sono brevi quadri di vita che balzano da un anno all’altro, da un decennio all’altro in maniera scomposta; un continuo e inconseguente avvicendarsi di infanzia, adolescenza ed età adulta.

Recensione dello Spettacolo KOTEKINO RIFF in scena a Spin Off 13-14 dicembre 2019

 

 “Questo è uno spettacolo brutto” è l’avvertimento anonimo del profilo fake che apre la scena di kotekino Riff. Il sardonico Andrea Cosentino, camuffato da Pulcinella, rassicura gli spettatori con la promessa della sua stessa morte e la fine certa del suo brutto spettacolo. Sin da subito Cosentino provoca il suo pubblico che reagisce celere con grasse risate. Saranno molte, senza tregua ma non ghigni di reciproca complicità, risate aperte scatenate dal gioco disorientante e intenzionalmente demenziale. Nessun testo, nessuna trama. Poche, immediate e secche parole compongono duetti e dialoghi tra pupazzi e oggetti, alcuni eloquenti altri bizzarri; poi assoli, caricature derisorie, sketch irriverenti che demoliscono impalcature intellettuali e deridono la reciprocità didascalica del teatro.  Sebbene sia un tratto di stile l’assenza di testo, una drammaturgia della scena è tangibile nel fitto dialogo tra le musiche dal vivo di Marco Colonna e la gestualità clownesca di Andrea Cosentino.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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