Mercoledì, 06 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Don Chisci@tte in scena al Teatro Golden dal 26 novembre al 15 dicembre 2019

 

È uno spazio scenico singolare quello che ospita l’azione di questo spettacolo che vede sul palco una coppia di attori collaudatissima e amatissima dal pubblico, Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi, pronti a dar vita a un Don Chisciotte davvero particolare. La scrittura di Nunzio Caponio, infatti, trae ispirazione dall’opera originale di Cervantes dalla quale prende in prestito il fervore, l’anima e lo spirito critico per attualizzarli nella figura di un moderno cavaliere errante che si esprime a suon di video su Youtube contro chi semina odio: questo anziano blogger, che vuole combattere nemici meno tangibili dei mulini a vento ma non per questo meno pericolosi, è accompagnato nella sua impresa da un Sancho che è molto di più di un fedele compagno e che, forse proprio per questo, riesce anche a comprenderlo meglio.

Recensione dello spettacolo Essere Don Chisciotte in scena al Teatro Flaiano dal 21 novembre al 1° dicembre 2019

 

Quando si porta in scena uno spettacolo adattato da un classico della letteratura occidentale che è già ben noto al pubblico, il confronto con versioni precedenti, non solo teatrali ma anche cinematografiche, può diventare un deterrente e molto spesso si rischia di cadere nella retorica non permettendo allo spettatore di cogliere altro messaggio se non quello del testo stesso, senza aggiungere null’altro in più.

Un classico come “Don Chisciotte della Mancha” è sopravvissuto fino ai giorni nostri perché il messaggio di Cervantes, di critica nei confronti della società, urla forte e chiaro dalle pagine del romanzo e dovrebbe essere ugualmente chiaro attraverso la rappresentazione scenica, eppure a volte le avventure dello strampalato Cavaliere dalla Triste Figura restano solo uno sterile racconto fine a sé stesso.

Recensione dello spettacolo Così è se vi pare, di Luigi Pirandello. Con Riccardo Polizzy Carbonelli, Marina Lorenzi, Martino Duane, Caterina Gramaglia, Riccardo Ballerini, Alessandra Scirdi, Marial Bajma Riva, Marco Usai. Adattamento e regia: Francesco  Giuffrè. In scena al Teatro Ghione dal 28 novembre all’8 dicembre 2019

La scrittura di Pirandello è spesso espressione e racconto di un viaggio verso i meandri meno esplorati dell’animo umano. Attraverso uno stile espressivo godibile, una stesura fluida e solo apparentemente fruibile, l’autore cela, deride e inscena le umane debolezze nei tessuti di piccinerie e finti bisogni vuoti. La ricerca di una verità oggettiva, assoluta e, come tale, inesistente, che possa mettere a tacere le umane incertezze e gli “insonni” dubbi, così futili da sembrare importanti e vitali, è uno dei perni attorno ai quali è incernierata la vicenda di “Così è se vi pare”. Ad ospitare l’antefatto e il suo sviluppo, è l’elegante salotto dell’abitazione del Consigliere Agazzi (Riccardo Ballerini). Qui sua moglie Amalia (Alessandra Scirdi) e sua figlia Dina ( Marial Bajma Riva) esprimono alla loro amica, la signora Sirelli, tutto il disappunto per il trattamento ricevuto da parte della signora Frola (Marina Lorenzi), la loro nuova vicina di casa, dalla quale si erano recate per le presentazioni, senza però esser state ricevute.

Recensione dello spettacolo Judith – Una separazione dal corpo, in scena al Teatro Belli dal 25 al 26 Novembre 2019 nell’ambito della rassegna «Trend – Nuove frontiere della scena britannica» XVIII edizione.

 

Notte prima della battaglia. Oloferne (Giuseppe Sartori), l’invincibile generale assiro veglia e medita di morte. Una Serva (Aurora Cimino) conduce al suo cospetto una donna bellissima: Giuditta (Federica Rosellini). La serva offre vino, poi il corpo della giovane; ma Oloferne è astemio e sembra disdegnare i piaceri della carne. Non è la storia biblica. La Judith di Howard Barker si muove su territori oscuri come la notte di Betulia, una notte spaventosamente lunga dove il tempo si ferma per dar spazio all’elucubrazione.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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