Lunedì, 21 Aprile 2025
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Recensione di ‘Aida di Giuseppe Verdi all’Arena di Verona dal 16 giugno all’8 settembre 2023

 

L’Arena di Verona festeggia la centesima stagione con una  doppia inaugurazione ed una programmazione ricchissima di titoli  e grandi interpreti.

Il 16 giugno la trasmissione in mondovisione di ‘Aida’, il giorno dopo l’apertura riservata al  pubblico tradizionale degli appassionati dell’anfiteatro veronese.

Una operazione mediatica importante, con uno stuolo di vip, molti più famosi  che realmente interessati all’opera, molte polemiche, anche a causa di un infelice volantino con l’invito ad applausi e standing ovation, un  allestimento anticonvenzionale che prometteva, peraltro mantenendo le aspettative, ‘una Aida come non avete mai visto’.

Obiettivo centrato, nel bene e nel male, da parte dell’attivissima sovrintendente Cecilia Gasdia, che in questi anni , al di là di polemiche e schieramenti, ha avuto il grosso merito di riportare in Arena i grandi nomi dell’opera. Anche in questo caso nel bene e nel male. Perché in molti casi si è trattato di ombre pallide dal passato glorioso oppure di arrivi a sorpresa, che più che un personaggio  interpretavano loro stessi.

La pubblicità  che l’evento ha suscitato ha aperto  un dibattito amplissimo, internazionale  ed ha acceso l’attenzione dei media sull’anfiteatro veronese come non accadeva da anni.

Narni, gli edifici medievali sbozzati di pietra dura, vicoli che sembrano scorci di film e attraversando uno di questi si arriva in una piazzetta che sembra il set di un film, e forse lo è, o meglio da lì a poco lo diventerà. Un teatrino ricostruito con criteri ecologici che va a riprodurre il più blasonato teatro Manini, simbolo della cittadina umbra. Un progetto questo del teatrino viaggiante assolutamente sperimentale che si inaugura in questa quarta edizione del festival del teatro di Narni, non a caso sottotitolato: "possibilità nascoste". E una delle prime possibilità che questo festival offre è l'incontro con Nicola Lagioia titolato "Presto saprò chi sono".
Nicola Lagioia è uno scrittore e sceneggiatore, attualmente dirige Nichel, la collana di narrativa italiana di minimum fax, dal 2016 a pochissimo fa direttore del Salone internazionale del libro di Torino, che con lui alla direzione ha ritrovato un fulgore meritato.

Moreno Solinas e Igor Urzelai Hernando
"Concerto"
Narni citta' teatro¬ volume IV¬possibilità nascoste
Venerdì 16, ore 22.00¬Chiostro Sant'Agostino

Ogni spazio della piccola cittadina di Narni viene utilizzato come una scenografia permanente in questo festival "Narni città teatro", tanto da esaltare ogni spettacolo. È il caso di "Concerto" accolto all'interno del chiostro di S. Agostino, con un cielo stellato che fa da tetto e con una fila di finestre a tutto sesto che incornicia lo spazio. In questa mistica cornice Igor Urzelai Hernando, mixa dal vivo una serie di brani che sono le braccia in cui affondano implacabili i testi di Moreno Solinas, che li interpreta seguendo il concetto di Danza Canzone sulle orme del Teatro  Canzone di Giorgio Gaber. Un lavoro dove il corpo accompagna il ritmo dei testi e della musica, dove le la musica dirige i giochi di luce, dove le parole dirompono sul tutto creando un'esperienza sinestetica totale. I testi sono sempre racconti di alterità, un immersione nel mondo queer, spesso ironico e spiazzante, a volte con squarci profondamente politici. La compagnia Igor X Moreno, che sarà presente quest'anno al Romaeuropafestival con lo spettacolo "Karrasekare" ha presentato i suoi lavori in gran parte dell’Europa, in Nord e Sud America, Africa, Asia, ottenendo riconoscimenti di pubblico e istituzionali.

Nella sera di sabato 17 l'atrio del Comune di Narni si apre all'amore, un amore raccontato con passione da Luisa Borini che scrive anche il testo di questo intenso monologo sull'arte del soffrire in amore. Eh, sì, perché in questo caso il racconto è la storia di una donna che ha un'attitudine particolare nell'incappare in amori malati, in uomini narcisisti, che imbrigliano fin da piccola il destino di questa giovane donna. Una donna che riflette sulla sua inadeguatezza nello stare al mondo in uno stato di unicità e che proprio per questo declina con dovizia di particolari il suo stato di INSIEME. La prova di Luisa Borini è sicuramente sincera, traspare il vissuto di una donna che mette in scena, a nostro parere, qualcosa che conosce fin troppo bene, forse manca qualcosa nel testo, che a volte dà la priorità a una ricerca di intensità, più che al gusto della parola; ma poca cosa dinanzi a un'attrice che regge per circa un'ora una bella prova di teatro. In chi ascolta avviene la cosa che in ogni spettacolo che funziona dovrebbe avvenire: ci si pone domande, in questo caso ovviamente sul proprio modo di amare e ricevere amore. Interessante il racconto dei momenti di solitudine, in cui la donna non solo si sente persa, ma che entra nel "mondo dello schifo" come lei lo chiama, che forse a nostro parere andava approfondito un po' di più, semplicemente per dare nuove chiavi di lettura e spunti di riflessione all'ascoltatore. Il racconto non manca del picco dell'amore malato, la violenza che l'uomo esercita sulla donna, da cui però si scorge una via di fuga e che diviene la corda che trascina la giovane donna lontano da quella storia. Un lontano che non sappiamo 1uabto durerà, la Borini ci lascia giustamente con un sospeso.

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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