Recensione de I Giocatori, in scena al teatro Vascello dal 12 al 15 e dal 19 al 22 febbraio 2015
Come si può sopravvivere alla miserabilità della vita?
Quattro uomini napoletani, uniti da un affetto nato intorno a un tavolo da gioco, hanno trovato delle singolari soluzioni.
Un becchino balbuziente, frequenta a cadenza settimanale una prostituta, innamorato dei suoi macabri racconti post-rapporto; un attore alla ricerca di emozioni forti, nell'attesa del provino vincente si diverte a rubare nei supermercati; un barbiere si arrende a una grigia vita matrimoniale purché la moglie non lo abbandoni e un insospettabile vecchio professore, come una cellula impazzita esce bruscamente dagli schemi e colpisce col suo bastone uno studente irriverente.
Ed è proprio questo l'evento che rompe la quotidianità del quartetto e mette in moto una serie di incontri che incrociano indelebilmente le loro vite. I giocatori di carte, in questa pièce, a carte non giocano mai. Cambiano bersaglio. A fronte del guaio combinato dal Professore, ogni personaggio si sente autorizzato a indossare una maschera, farsi supereroe della propria vita e organizzare una rapina.
La situazione è piuttosto infelice, eppure tutto questo fa ridere, fa molto ridere. La commedia va a toccare problematiche tanto care all'umanità come l'eterno senso di solitudine e la proliferazione di tenie cerebrali, che si nutrono di ogni pensiero positivo, in modo assolutamente esilarante: un super-cast in perfetta sintonia costituito da Renato Carpentieri, Tony Laudadio, Giovanni Ludeno e un Enrico Ianniello d'eccezione che ha curato la regia e una traduzione superlativa. La resa scenica del testo è talmente naturale e nostrana da non far trasparire assolutamente le origini spagnole della giovane pièce, scritta da Pau Mirò. Questo passaggio dal catalano al napoletano, tra i dialetti italiani che più si prestano alla comicità, ci ricorda che le miserie della vita in qualche modo sono tra i pochi elementi che ci avvicinano ad ogni uomo sulla Terra.
La scenografia e il piano luci sono semplici ed efficaci, il buio determina la scansione del tempo. Come colonna sonora, solo gli elementi necessari: Dean Martin, Murolo e le risate degli spettatori.
Un'intelligente messinscena che scorre liscia, da bere alla goccia mentre i poveri protagonisti sorseggiano seduti al tavolo brandy rubato di scarsa qualità. Sicuramente da non lasciarsi sfuggire, si è in tempo fino al 22 febbraio.
E dunque, come rispondono i nostri eroi alla domanda cruciale? I quattro personaggi, ci suggeriscono che è il caso di osare, quando non si ha niente da perdere. L'autore e gli attori, che si può provare a sopravvivere ridendo.
Claudia Giglio
15 febbraio 2015