Domenica, 20 Aprile 2025
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Incontri a scadenza mensile di circa 2 ore nei quali cute, scienza, arte e discipline affini creano soggetti divertenti e suggestivi, che stimolano discussione e idee nuove in coloro che partecipano: questo è DermArt, il format creato da Massimo Papi in seguito al successo dell’omologa iniziativa che ogni anno viene organizzata alla presenza di studiosi e ricercatori di fama nazionale sulle interconnessioni tra Dermatologia e Arte (www.dermart.it).

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Un caleidoscopio di colori, un tripudio di forme, un'esplosione di energie e di rimandi alle principali correnti stilistiche del Novecento. Confini netti e pennellate sicure, tra il detto e il semplicemente espresso, con colori caldi che rompono il silenzio, e con rimandi più o meno taciti alla natura, alla vita, alla quotidianità. Un omaggio anche al cinema, ai grandi miti senza tempo, con opere a colori che omaggiano chi abbiamo conosciuto e amato soprattutto in bianco e nero, come Charlie Chaplin, Anna Magnani e Federico Fellini.

Da tempo presente da protagonista sulla scena artistica nazionale e internazionale, Natino Chirico è nuovamente ospite della Galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9, Roma.

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Recensione della mostra L’uomo e l’albero ospitata presso il Museo Carlo Bilotti dal 18 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018

 

L’uomo e l’albero, titolo scelto per sintetizzare la nuova antologica di Maurizio Pierfranceschi, è anche il nome di una sua opera del 1985: a essa il compito di accogliere e incuriosire il visitatore, con i suoi colori malinconici, la figura pensosa dotata di pennello tra un alberello e una sorta di arbusto, le dimensioni ridotte e una certa forza in potenza ma ancora acerba. Di fronte, la sua evoluzione 32 anni dopo: nel “L’uomo e l’albero nuovo - realizzato su otto pannelli di legno marino la cui superficie gioca magnificamente con i segni pittorici - lo stesso individuo, ormai consapevole della propria arte, impugna il medesimo pennello. Non più solo, è accompagnato da una figura più piccola che gli tiene compagnia mentre si incammina in mezzo agli stessi due alberi, anch’essi notevolmente cresciuti, tra i quali si dispongono e prendono vita altri elementi ed esseri.

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Recensione della mostra Arcimboldo ospitata presso Palazzo Barberini dal 20 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018

 

Giuseppe Arcimboldi, meglio noto come l’Arcimboldo è – giustamente – famoso per le cosiddette “teste composte”: la mostra delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma ha, però, il grande pregio di approfondire gli aspetti meno noti della sua eccezionale carriera, aiutando lo spettatore a inquadrarlo più seriamente all’interno dell’epoca in cui si muove, opera e crea la sua fortuna. Formatosi nel segno dei Leonardeschi a bottega dal padre, lo si può considerare un vero e proprio protagonista della cultura manierista internazionale ma anche quanto di più distante dalla Roma classicheggiante del tempo. Difatti i principali riconoscimenti gli vennero dalle corti asburgiche di Vienna e Praga grazie al favore di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II tanto da guadagnarsi l’ambito titolo di Conte Palatino.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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