Domenica, 20 Aprile 2025
$ £

Recensione  della mostra  L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018 ospitata presso Palazzo delle Esposizioni dall’8 giugno al 2 settembre 2018

In Italia è solo dagli anni ’60 che, grazie a importanti cambiamenti sociali, politici e culturali un’arte fino ad allora declinata quasi esclusivamente al maschile come la fotografia inizia a esibire tra le sue grandi firme anche qualche nome di donna.  In virtù di ciò la Collezione Donata Pizzi nasce con il preciso obiettivo di far conoscere, promuovere e dare il giusto risalto a tutte coloro che si sono distinte nell’ambito della fotografia – sia essa finalizzata al reportage o all’arte – proprio a partire dalla metà degli anni ‘60 per arrivare fino a oggi: una storia dell’immagine che si snoda attraverso gli scatti e le opere di circa settanta autrici, da Letizia Battaglia a Elisabetta Catalano, da Paola Agosti ad Agnese De Donato, passando per nomi più recenti quali Isabella Balena, Raffaella Mariniello o Francesca Volpi. Da una selezione di oltre duecento fotografie e libri fotografici si arriva alla mostra L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018, presentata per la prima volta alla Triennale di Milano e giunta al Palazzo delle Esposizioni di Roma arricchita di nuove acquisizioni.

Add a comment

L'arte e la moda si fondono. Anzi, si miscelano. Perché tra le due componenti, una soltanto prevarrà. È il messaggio nascosto che sembra voler inviare al suo pubblico omino71. L'artista romano porta per la prima volta i suoi mash-up pop nel mondo della moda sperimentando il readyfake con l’accessorio classico e intramontabile per eccellenza: la borsa, icona di ogni grande firma. L’oggetto del desiderio assoluto, sinonimo di estetica, tanto da slegarsi talvolta dalla sua funzionalità. Status symbol, oggetto prediletto della prolifica industria dell’imitazione, che omino71 trasforma, reinterpreta, ed eleva attraverso l’arte, facendone un oggetto unico e liberando il fashion victim dalle costrizioni sociali.

Add a comment

La serie di tele descrive l’humus onirico su cui crescono le esperienze teatrali dell’antichità, il respiro lento ma vitale che fa lievitare la cavea e il proscenio dei teatri di pietra. A metà strada fra la dimensione scenografica e quella intima della fuga interiore, le pitture acriliche di Giuliani rappresentano un tessuto inestricabile e in continua trasformazione, in cui il regno vegetale e quello minerale si confondono e si fecondano in un movimento lento e inesorabile, uno spazio densissimo abitato da una natura rigogliosa nel cui seno si annida quel pensiero magico e sacro, che è all’origine del rito e del teatro.

Add a comment

«Si tratta di una presentazione di mie opere degli ultimi vent’anni soprattutto, e come di consueto, riguardanti i temi di natura e paesaggio che, allo stesso tempo include l'“altro paesaggio”, ovvero quello della land art. Si tratta di un’“arte territoriale” che viene presentata in un’ampia documentazione fotografica. Paesaggi dipinti e land art, due esempi diversi di trattare la natura».
Questa l’introduzione del maestro Ettore de Conciliis alla sua mostra Spazi di quiete, paesaggi e land art – voluta dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo, organizzata da Il Cigno GG Edizioni e curata da Marco Di Capua e Filomena Maria Sardella – la cui inaugurazione si è tenuta a Napoli il 24 maggio all’interno del Maschio Angioino.

Add a comment
Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori

Search