La serie di tele descrive l’humus onirico su cui crescono le esperienze teatrali dell’antichità, il respiro lento ma vitale che fa lievitare la cavea e il proscenio dei teatri di pietra. A metà strada fra la dimensione scenografica e quella intima della fuga interiore, le pitture acriliche di Giuliani rappresentano un tessuto inestricabile e in continua trasformazione, in cui il regno vegetale e quello minerale si confondono e si fecondano in un movimento lento e inesorabile, uno spazio densissimo abitato da una natura rigogliosa nel cui seno si annida quel pensiero magico e sacro, che è all’origine del rito e del teatro.
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