Lunedì, 28 Aprile 2025
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“Oggi non mi posso sollevare” è una pièce teatrale che rivisita e attualizza una delle più amate opere di Čechov: “Il Gabbiano”.

Lo spettacolo annoda i destini di quattro artisti: Nina, Costantin, Arcadia e Florio; personaggi che interpretano la vita e l’arte ognuno alla propria maniera. Questo porterà a incontri e scontri, ad amori sofferti e a scelte obbligate.

L’opera si propone come una riflessione sull’arte in generale, sul teatro e sulla letteratura in particolare, oltre che essere veicolo per un turbinio di sentimenti contrastanti.

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Elena Arvigo apre l'8 marzo la rassegna Scena Sensibile al Teatro Argot Studio di Roma con “Donna non rieducabile” memorandum teatrale su Anna Politkovskaja un monologo di forte attualità nato dalla penna di Stefano Massini. Lo spettacolo in replica anche il 15 e 16 marzo, viene curato in questa messa in scena dall'attore e regista Rosario Tedesco.

“Donna non rieducabile " è un memorandum immaginario ispirato ai reportage di Anna Politkovskaja, giornalista russa nota per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sue critiche  al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, assassinata il 7 ottobre 2006 nell'ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando.  L’inchiesta sulla sua morte ad oggi è ancora aperta.

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Drammaturgia ispirata alle vicende di Sophie Scholl e ai fatti storici del movimento de "la Rosa Bianca" nella Germania del ’43, intrecciata con le voci di oggi. 

Esistono ancora ideali e desideri che rappresentino bisogni effettivi? Se esistono, cosa si sarebbe disposti a sacrificare per essi? Monaco , 1943. Una ragazza ventunenne appartiene a un piccolo gruppo di resistenza noto con il nome di La Rosa Bianca. La studentessa sta posizionando dei volantini all’Università quando viene sorpresa insieme a suo fratello: immediatamente viene arrestata dalla Gestapo, processata senza possibilità di difendersi e ghigliottinata dopo poche ore. Gli ideali di libertà le costano la vita.

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In sei capitoli, di cui in scena i primi due a sere alterne.

Il primo capitolo de I taccuini di Mosella Fitch, del giovane e apprezzatissimo drammaturgo fiorentino Stefano Massini, nella magistrale interpretazione di Barbara Valmorin, è stato presentato al festival Avamposti – Teatro Manzoni di Calenzano lo scorso settembre.

Nel primo capitolo Mosella Fitch viene trovata morta nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Accanto al suo corpo, una lettera per il garzone del droghiere, in cui si raccomanda di conservare i suoi taccuini. In paginette minuscole, Mosella ha scritto e descritto tutta la propria vita, nel terrore di perdere i ricordi. È la vita semplice e straordinaria di una donna marchiata a fuoco, fin dall'infanzia, da un animo cinico e da un'avversione istintiva all'ipocrisia del genere umano.

Nel secondo capitolo Mosella scrive di una “bestia zozza, schifosa, immonda” di cui tutti si riempiono la bocca e chiamano “amore”; non ne parlara in termini mielosi e sdolcinati ma utilizzando la parola ‘ingorgo’.

“L’ingorgo è come una colica che si forma dentro e che devi buttare fuori oppure schiatti”.

Sarà il racconto di un triste ricordo a svelarci la ragione della sua pessimistica concezione sull’amore vissuto solo come legge di Natura, come la malattia, come il dolore e come la morte.

 

 redazione

1 marzo 2015

 

informazioni

 

3 - 8 marzo 2015

 

I TACCUINI DI MOSELLA FITCH

 

Capitolo I e II (a sere alterne)

 

di Stefano Massini

 

regia di Pia Di Bitonto

 

 

con Barbara Valmorin

 

 

Teatro delle Donne

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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