Lunedì, 28 Aprile 2025
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Teatro di terra è il tempo di una trasformazione. La trasformazione del mais che diventa polenta. Una trasformazione a senso unico, irreversibile, dalla quale non si torna indietro.

“Non si può essere contemporaneamente ciò che si è e ciò che si è stati”.

Facciamo la polenta in un paiolo di rame, facciamo il teatro in un altro modo, chissà se è teatro.

Mettiamo gli spettatori seduti in una specie di cerchio e in quel cerchio stiamo seduti anche noi. Poi ci sono le piccole e le grandi cose della nostra vita, quelle vicine e quelle lontane, fatti insignificanti e tragedie, la terra, l’amore e la guerra.

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Dal 10 al 29 marzo al Teatro India TRA CIELO E TERRA. Sacro e profano nel teatro presente, la rassegna dedicata ai temi dello spirito a cura del Teatro di Roma in collaborazione con I Teatri del Sacro e Federgat.

Un ciclo di quattro spettacoli (vincitori dell’edizione 2013 del Festival I TEATRI DEL SACRO) per parlare di crisi. Che sia la crisi economica, come in PARANZA, IL MIRACOLO un progetto di Clara Gebbia, Katia Ippaso, Enrico Roccaforte e Antonella Talamonti (10-15 marzo), che toglie il lavoro e la stabilità; che siano le domande di un bimbo che pongono in maniera semplice i grandi interrogativi della vita, raccontate da Rilke in STORIE DEL BUON DIO con Danilo Nigrelli e Laura Nardi (17-19 marzo); che sia, come nel meraviglioso IN CANTO E IN VEGLIA di Elena Bucci, l’elaborazione di un lutto che diventa una festa di famiglia (20-22 marzo), o che sia infine un percorso di ricerca e pellegrinaggio come nel poema di Melville CLAREL, portato in scena da Valter Malosti (27-29 marzo); il sacro è da sempre il terreno su cui l’uomo si trova a confronto con se stesso cercando risposte.

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Ulisse, rientrato a Itaca dopo il suo lungo peregrinare, vive la fastidiosa condizione di straniero in casa, dove nessuno sembra essere interessato ai suoi racconti. Ha nostalgia della sua antica condizione di viaggiatore e solo nella memoria delle passate gesta sembra ottenere un po’ di soddisfazione. Durante il suo racconto, Ulisse rivivrà la sua avventura nella grotta del ciclope Polifemo, il ricordo del canto delle Sirene, l'incontro con la maga Circe, con la ninfa Calipso e con Nausicaa, mentre sua moglie Penelope scoprirà finalmente cosa è accaduto mentre era alle prese con la propria famosa tela, in attesa del ritorno dell'amato...  

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La pièce teatrale è liberamente ispirata al dramma in due atti Camminano forse due uomini insieme? di Abraham B. Yehoshua sulla costruzione dello Stato d'Israele e il tema dell'identità ebraica. Lo spettacolo rivisita l'incontro di due uomini profondamente diversi, ma ugualmente tormentati e visionari che potrebbero cambiare per sempre le loro vite e il destino di Israele. Zeev Jabotinsky, scrittore e poeta, traduttore in russo di Dante e Goethe, di Edgar Allan Poe, Rostand e Verlaine, sognava di riunire nello stato di Israele le due rive del Giordano. David Ben Gurion, che conosceva a memoria i poemi di Bialik, uno dei padri della cultura nazionale ebraica, profetò la trasformazione del deserto del Negev nelle terre coltivabili dove fondare le nuove città per gli ebrei. Tra sottigliezze psicologiche e richiami etici, i due avversari alternano lo scontro passionale e il rispetto reciproco per le idee, rievocando nel loro dialogo episodi, rivoluzioni, profezie, poemi, romanzi, disegni politici, guerre e altro ancora...

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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