Quando abbiamo detto ad Andrea Camilleri che secondo noi “Il re di Girgenti” era il più bello dei suoi romanzi,
ci ha semplicemente risposto “Sono d’accordo”.
Quando gli abbiamo spiegato che il nostro progetto teatrale avrebbe mescolato il lavoro del cantastorie con quello dell’attore e con quello del marionettista, il suo commento è stato: “Beh, se mi parlate di marionette non posso che essere felice”.
Andrea Camilleri ha pubblicato il romanzo epico Il re di Girgenti nel 2001.
“Nel giugno del 1994 nella libreria romana quotidianamente frequentata mi capitò di sfogliare un libretto intitolato Agrigento. E subito lessi queste parole che riporto e che si riferivano a un episodio del 1718 accaduto in quella città, quando si chiamava ancora Girgenti: Il popolo riuscì allora a sopraffare la guarnigione sabauda, strumento di un sovrano scomunicato dal pontefice, assunse il controllo di Girgenti e puntò a riorganizzare il potere politico disarmando i nobili, facendo giustizia sommaria di diversi amministratori, funzionari e guardie locali, e addirittura proclamando re il proprio capo, un contadino di nome Zosimo. Ma la mancanza di un realistico programma politico privò di sbocchi positivi quella protesta distruttiva, e poco dopo fu facile per il Capitano Pietro Montaperto avere ragione degli insorti e riprendere il controllo della città. Restai strammato.
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