Domenica, 24 Novembre 2024
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Dal 16 al 19 aprile al Teatro Kopó  di Roma è in scena la divertente commedia scritta e diretta da Angelo Sateriale con Alessandro Gorgoni, Piero Grant, Daniele Napoleoni e lo stesso autore. Suonatori Sognatori, scritto nel 2008,  è il primo lavoro del giovane autore campano che, dopo L'importanza di non essere juventini e Amore mio ti odio, torna al Teatro diretto da Francesca Epifani. 

L’opera è ambientata in una cittadina di provincia in Campania. Si racconta, attraverso una grande ironia, la passione per l'arte che spesso non riesce a coincidere con la vita di paese. Infatti, mentre i giovani si trasferiscono nelle metropoli e la musica viaggia verso la commercializzazione standardizzata, quattro ragazzi fanno di tutto per realizzare i loro sogni in un contesto che mette pochi strumenti a loro disposizione. Quattro giovani, suonatori sognatori, appunto, fanno di un garage una sala prove e lottano giorno dopo giorno per un futuro migliore. Tutto questo purtroppo represso da un provincialismo ottuso ed egoista nascosto anche in loro stessi. Battute sarcastiche, dialoghi altisonanti, tic assurdi, espressioni genuine, risse sfiorate, un vicino pignolo, una fantomatica cugina, sono l'impasto giusto per rendere superficiale e comica una serata all'insegna della riflessione.

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Vuoi partecipare al nostro nuovo Reality? Stavolta è diverso: niente studi televisivi, luci patinate, simpatiche e sexy presentatrici con cui interagire. 

I sei concorrenti sono nelle mani degli spettatori a casa, il popolo di internet che tramite social network interagisce con i sei protagonisti del Reality. Commentano, spiano, prendono le decisioni. E’ un Reality nato sul web, concepito dalla cyber jungla, non ci sono autori televisivi a “scrivere la puntata”, no. C’è il popolo della rete. E sarà il popolo della rete a stabilire le regole e a decretare il vincitore.

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Il RedReading #9 Viva la vida! procede con la riflessione lasciata aperta dal RedReading #8 Roma Ribelle. Abbiamo raccontato la città che attraverso i suoi luoghi di ribellione si fa metafora, sogno e visione, non solo di se stessa, ma di un intero paese. Ripartiamo da questa visione per immaginare un paese che abbia come obiettivo principale il diritto di tutti alla felicità. A guidarci è il libro La felicità al potere di Pepe Mujica. Quel “Pepe”, guerrigliero tupamaro, arrestato durante la dittatura, rimasto in carcere per quattordici anni nelle condizioni più disumane; quel "Pepe" che torna cittadino libero e continua la sua attività politica, che non spezza il filo con le ragioni e i principi di quella battaglia, che diventa presidente dell’Uruguay e continua a coltivare fiori. Partiamo dal ragionamento che Mujica fa sulla felicità, sul tempo, sulla vita e sull’idea di un governare che parta da qui. Attraversiamo la sua storia per raccontare la storia di un America Latina che nonostante le contraddizioni, le ferite aperte, le dittature militari, resta uno dei più interessanti laboratori di pratiche di  cambiamento capaci di trasformare il presente, immaginare il futuro e costruire altre forme di società. Esperimenti di autogoverno, di democrazia dal basso, che ci raccontano qualcosa anche di noi e della città da cui siamo partiti.

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Debutta il 15 aprile al teatro Greco, l’opera musicale drammatica Beatrice Cenci, premiata al Festival della Commedia musicale e Musical d’Autore “Domani forse Broadway” e attualmente selezionata tra i finalisti del concorso “PRIMO” (premio Italiano del Musical originale). 

Nata da un’idea di Simone Martino, che ne ha composto le musiche e che ne ha scritto la drammaturgia insieme a Giuseppe Cartellà, è diretta dal regista e attore Davide Lepore.

L’ambientazione è storica e i fatti sono realmente accaduti. Siamo a Roma, intorno al 1590. Beatrice Cenci è una nobildonna che ha avuto la sfortuna di avere per padre un conte violento e dissoluto. Dopo la morte della madre, fu messa a sette anni, nel Monastero di Santa Croce a Montecitorio. Ritornata in famiglia, all'età di quindici anni, vi trovò un ambiente quanto mai difficile e fu costretta a subire le angherie e le insidie del padre, che per non pagare la sua dote la imprigionò insieme alla sua matrigna.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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