Recensione dello spettacolo Medea al Teatro Ghione dal 15 marzo al 24 marzo 2016
Quella disegnata Jean Anouilh è una Medea tragicamente lacerata e incredibilmente umana: non è più la giovinetta innamorata e confusa che ci ha tramandato Diodoro Siculo, ma nemmeno la risoluta belva assetata di vendetta o quel demonio mosso unicamente dalle proprie passioni che Euripide e Seneca hanno contribuito a rendere immortale. È certamente distante dalla potente maga di Ovidio e dalla vittima di intrighi a opera delle divinità di Draconzio, mentre è commovente vicina alla fanciulla tratteggiata da Apollonio Rodio: come lei è scossa fin nelle fondamenta da un sentimento che non le dà tregua nemmeno per un attimo, esacerbato da un desiderio totalizzante che la spinge irreparabilmente verso il sacrificio di tutto ciò che possiede purché non sia Giasone.