Recensione dello spettacolo Coniugi in scena al Teatro de’Servi dall’8 al 27 novembre 2016
Saverio e Patrizia sono sposati da molto tempo e, come tutte le coppie che si rispettino, coltivano la propria amicizia con Berto e Ornella invitandoli spesso a cena e uscendo insieme.
Apparentemente tutto sembra andare bene finché non capita l’imprevisto: Berto vince alla lotteria sedici milioni di euro, occasione che non si lascia sfuggire per mettere fine una volta per tutte al suo matrimonio e rivoluzionare la sua vita. Ha già pensato a tutto, come comprare un appartamento alla madre che vive alla periferia della città, acquistare una macchina nuova tutta per sé e far conoscere Luana, sua nuova compagna, alla coppia di amici in una delle cene organizzate da questi ultimi.
Patrizia però non è d’accordo, primo perché le sembra di mancare di rispetto all’amica Ornella in nome dell’amicizia che li lega, secondo perché non le sembra giusto che un uomo debba tradire la propria moglie solo perché ella, col tempo, tende a raggrinzirsi o, peggio, ad allargarsi (come succede a Ornella). Vada come vada, la cena prende il suo corso, Berto si presenta alla porta come una persona nuova – e con una “nuova” donna, Luana – ed ecco che inizia a dipanarsi la divertente commedia di Éric Assous, per la regia di Giancarlo Fares con Felice Della Corte nei panni di Saverio, Roberto D’Alessandro nei panni di Berto, Francesca Nunzi nei panni di Patrizia e Giorgia Guerra nei panni di Luana.
Lo spettacolo comincia con la cena tra i quattro di cui lo spettatore godrà solo di un assaggio, sì perché la storia si svolge tra presente e passato, partendo prima dal dopo e poi raccontare il prima per far comprendere come si è giunti fino ad oggi. In questo alternarsi tra presente, passato e – solo da ultimo – futuro scopriamo che non sempre quel che ai nostri occhi appare perfetto rispecchia la realtà. Nello spettacolo viene messo in discussione non solo il matrimonio ma anche l’amicizia, la coerenza, l’individualismo di ognuno e quanto si è disposti a perdere (e magari anche a svendersi) per seguire i propri desideri. La chiave di tutto sta in quei sedici milioni di euro, un valore altissimo, una cifra che mette in discussione tutti gli altri valori che toccano il nostro quotidiano. Quanto siamo disposti a pagare per essi?
Coniugi è una commedia perfettamente riuscita perché mischia quella giusta comicità ai temi tanto cari al sociale, e lo fa con una tale naturalezza da far ridere e riflettere al contempo senza scadere nella superficialità. Il merito sta anche nell’aver saputo raccontare un fatto ormai comune all’impianto strutturale di quasi tutte le commedie (il tradimento coniugale) aggiungendo un pizzico di innovazione che, in questo caso, si caratterizza per due aspetti: la mancanza di equivoci (sempre presenti nello stampo comico) e la vincita alla lotteria.
È dal denaro che tutto parte (sigh!, triste metafora della vita) solo che questa volta il denaro diventa lo spunto per ridere di gusto e del sapersi prendere in giro riconoscendo i propri difetti (oltre a quelli altrui, che poi sono sempre i nostri). Gli attori sono stati super bravi a creare e mantenere questa atmosfera di ilarità e leggerezza attraverso lo scambio di battute e situazioni grottesche reiterate da flashback che aprono agli occhi e alla mente di chi guarda le molteplici sfumature del proprio vivere e dei rapporti interpersonali, non solo di coppia.
Una commedia galante, semplice e dai risvolti del tutto inediti.
Costanza Carla Iannacone
11/11/2016