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Maximilian Nisi: i personaggi che interpreto mi salvano e sono più interessanti della vita reale
Abbiamo intervistato l'attore Maximilian Nisi, impegnato nelle prove dello spettacolo “Un sogno a Istanbul”, di Alberto Bassetti, per la regia di Alessio Pizzech, tratto dal libro: La cotogna di Istanbul di Paolo Rumiz. Debutto a luglio 2023 al Campania Teatro Festival. Insieme a lui saranno presenti in scena: Maddalena Crippa, Mario Incudine (autore anche delle musiche) e Adriano Giraldi. Le scene e costumi sono curate da Andrea Stranisci e le luci da Eva Bruno.
Una preziosa occasione per cogliere l'anima della persona ancor prima che dell'attore, per parlare dello spettacolo, del suo sottotesto, della necessità di recuperare la corporeità che, oltrepassando la parola verbale, diviene linguaggio espressivo universale anche fuori dal palcoscenico. E sul senso del.. cammino.
Come stanno andando le prove e qual'è per te la situazione ideale per provare?
Mi trovo a Trieste e lo spettacolo è co - prodotto dal Teatro della Contada Teatro Stabile di Trieste e Arca Azzurra che invece è toscana. Anche Paolo Rumix, l’ autore del libro, La Cotogna di Istanbul da cui è stato ideato lo spettacolo teatrale, è triestino e con lui ho avuto modo di confrontarmi. Sono molto soddisfatto dell'andamento delle prove, grazie al modo antico, privo di distrazioni, con cui lavoriamo. Trieste non è dispersiva e invita alla concentrazione, è a misura d'uomo e riflette, per questo, la mia situazione ideale. Tendo a cercare contesti privi del superfluo e di dispersione: la mia situazione ideale è la provincia. Mi sto trovando molto bene con il gruppo capitanato dal regista Alessio Pizzech: puro argento vivo, passione, energia e continua ricerca espressiva sfociata nel lavorare non solo con le parole ma anche sulle immagini. Di fatto non ci sono protagonisti in questo spettacolo, siamo all'interno di una ballata poetica dove sarebbe impensabile scegliere un solo verso senza indebolire il tutto.
Il gruppo è qualcosa di più e di diverso rispetto alla somma di tanti singoli. La sensazione che ho è proprio quella d’essere parte di un tutto, insieme ai miei compagni di lavoro, coesi nella stessa intenzionalità di raccontare qualcosa di importante. È davvero raro, nella mia esperienza, trovare un’ armonia simile tra strumenti diversi che, seppur separati, suonano la stessa musica, come una doppia corda di alcuni strumenti, ovvero due corde che suonano la stessa melodia pur rimanendo distinte.