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Gabriele Pignotta ci parla di Toilet: «Un dramedy alla Netflix da gustarsi tutto d’un fiato»
Parlare con Gabriele Pignotta, in scena in questo periodo con Toilet al Teatro 7 di Roma fino al 18 aprile, è come immergersi e tuffarsi all’interno della sua esperienza teatrale ma anche di vita. Accompagnarlo telefonicamente e seguirlo dal posto in treno al taxi fino alla sosta improvvisa ed improvvisata in farmacia, è stato come fare con lui un viaggio quotidiano. Il tutto mentre raccontava la sua ultima fatica teatrale e si raccontava come attore, come sceneggiatore, come regista ma anche, soprattutto, come uomo: con le sue osservazioni, le sue intuizioni e la sua trascinante euforia nel gettarsi a capofitto in un nuovo, originale, spettacolo.
Di solito in bagno, si dice, nascono le più grandi intuizioni…è questo il caso?
Devo ammetterlo, come autore prediligo gli spazi chiusi. La mia prima commedia di successo d’altronde è stata Una notte bianca la storia di tre persone che rimangono chiuse in un ascensore. Ricercavo quindi un po’ quella spinta lì dopo progetti magari più rassicuranti, non ultimo quello con la Cuccarini e Ingrassia (Non mi hai più detto ti amo ndr) una prosa un po’ più classica. Ora, quindi, volevo affrontare la sfida di uno spettacolo più moderno: uno spettacolo in stile Netflix.