Sabato, 26 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo Dionysus. Il dio nato due volte, in scena al Teatro Vascello dal 4 al 13 marzo 2016.

«L'uomo dionisiaco assomiglia ad Amleto: entrambi hanno gettato una volta uno sguardo vero nell'essenza delle cose, hanno conosciuto.»

Friedrich Nietzsche, La nascita della tragedia

Daniele Salvo ha una grande esperienza nella messa in scena di tragedie greche e shakespeariane, che emerge tutta nel suo Dionysus, tratto dalle Baccanti di Euripide.

La storia la conoscete tutti: Dioniso, dio dell'irrazionale, del vino e del piacere – che poi diventò Bacco nella Roma antica – non viene riconosciuto e rispettato da alcuni tebani, che ne mettono in dubbio la natura divina (Dioniso era figlio di Zeus). A questo punto l'ira del dio si scatena sul re di Tebe, Penteo, che finirà dilaniato dalle menadi, e da sua madre, dopo che tutte le donne tebane saranno state indotte in una sorta di trance estatica e orgiastica.

Recensione dello spettacolo Sacrificio del Fieno, in scena al Teatro Planet l'8 e il 9 marzo all'interno del DOIT Festival 2016

 Sullo sfondo dell'Italia del Ventennio in una comunità rurale della Lombardia si consuma il dramma dell'incomprensione ad opera di un'umanità bestiale che accecata dall' odio non riesce né a vedere né tanto meno ad immaginare cosa si nasconde dietro le apparenze.

Recensione dello spettacolo La dodicesima notte in scena al teatro Eliseo dal 8 al 20 marzo 2016

Per la produzione Marche Teatro, in coproduzione con il teatro Franco Parenti, con la regia di Carlo Cecchi approda al teatro Eliseo “La dodicesima notte”, pièce ricca di poesia che ben rende omaggio al genio del bardo. Un altro spettacolo di grande livello nel teatro guidato da Luca Barbareschi che finora (eccezzione fatta per un paio di spettacoli) ha messo su una delle stagioni più interessanti, ricche e variegate del panorama romano e non solo.

Recensione dello spettacolo Xanax in scena al teatro Kopò dal 3 al 6 marzo 2016

Siamo o no tutti un po’ sociopatici? Ognuno di noi nasconde nella borsa o nella tasca una pillola di Xanax da utilizzare, in pubblico, solo in caso di emergenza? In una società dove le relazioni diventano sempre più virtuali, dove il contatto ad un tratto ha iniziato a spaventarci, in cui la rapidità e la ripetizione dei gesti quotidiani è diventata una routine meccanica e ripetitiva, possiamo ancora sopravvivere in una situazione paradossale che ci costringe, per più di due giorni, in uno spazio ridotto, in un tempo congelato, con un perfetto estraneo? 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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