Recensione dello spettacolo Girotondo in scena al Teatro Planet dal 14 al 30 ottobre 2016
Otto storie, otto personaggi che si rincorrono e si intrecciano l’un l’altro in una vorticosa danza dell’eros che comincia dove finisce sino a trascinarsi all’infinito.
È il capolavoro teatrale di Arthur Schnitzler, Girotondo, rappresentato per la prima volta nel 1920 dopo la fine della grande guerra che suscitò grande clamore e scandalo per il cinismo con cui vengono rappresentati i rapporti tra cinque uomini e altrettante donne uniti da un filo comune: il sesso. Bollato all’epoca come pornografico, e per ciò soggetto a procedimento giudiziario, Girotondo è una commedia resa attuale dal tono drammaturgico di Schnitzler, dal suo disincanto spinto ai limiti del virtuosismo, dall’ironia che sconfina nell’amarezza che disvela la fallacia delle norme morali dominanti nella società viennese del tempo e, aggiungiamo, di quello contemporaneo.