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DA CAJKOVSKIJ A WALT DISNEY: LA FIABA DELLA BELLA ADDORMENTATA AL GOLDONI DI LIVORNO

Recensione dello spettacolo La bella addormentata andato in scena al Teatro Goldoni di Livorno il 18 gennaio 2017

Nel 1890 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo fu rappresentato per la prima volta il balletto in due atti La bella addormentata basato sull’omonima fiaba europea, riscritta varie volte, tra cui le famose versioni di Charles Perrault e dei fratelli Grimm. È una storia talmente celebre che anche Walt Disney la adattò per il cinema dando vita ad un capolavoro dell’animazione La bella addormentata nel bosco

La versione che ha trionfato al Teatro Goldoni di Livorno è stata curata dal Balletto di Mosca “Le Classique” che ha allestito un’edizione ricca e sfarzosa da un punto di vista visivo. 

Parlando della musica, anche chi assiste per la prima volta a questo balletto, ma ha visto il cartone animato di Walt Disney, si ritrova perfettamente a suo agio nella fiaba grazie alla meravigliosa melodia che già conosce; nel lungometraggio disneyano ritroviamo infatti la maggior parte dei motivi del balletto, anche se in punti diversi della storia, per esempio il Valzer per festeggiare i sedici anni della principessa Aurora, lo riconosciamo in una delle canzoni più famose del film, Io lo so, che fa da cornice alla nascita dell’amore tra la principessa Aurora e il principe Filippo (che nel balletto si chiama Desiré).

La scenografia dello spettacolo, anche se realizzata con materiali “poveri”, rende giustizia alla fiaba; nel primo atto per festeggiare la nascita di Aurora ci troviamo in una splendida corte dai colori molto vivaci, con due grandi lampadari, due troni sul proscenio, quattro quinte per parte unito in alto e un fondale dipinto. Interessante anche la scenografia per il finale, Le nozze di Aurora, in cui sul fondale, sempre dipinto, è stata realizzata una fontana costeggiata da due imponenti scalinate sul modello di Villa d’Este.

La meraviglia dei colori e dello sfarzo la ritroviamo anche nei costumi, creati da Elik Melikov, che ha alternato tinte brillanti e gioielli per la corte, il Re, la Regina e le fate, a tinte più cupe per la maga Carabosse (la fata cattiva che maledice Aurora, nel film disney chiamata Malefica) e il suo esercito di topi; a dare il senso della cupezza hanno contribuito anche le luci, creando un rosso quasi infernale nella scena in cui la fata cattiva lancia la maledizione.

Come il precedente spettacolo del Balletto di Mosca portato al Teatro Goldoni, Lo Schiaccianoci, anche la fiaba della principessa Aurora ha avuto un enorme successo, forse più dell’altro, essendo delle musiche molto orecchiabili e immortalate da Walt Disney e per due ore ha trasportato grandi e piccini in un mondo magico.

 

Gabriele Isetto

20 gennaio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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