Recensione di Uno, nessuno e centomila, in scena al Teatro Sala Umberto, dal 23 al 30 aprile 2017
Uno, nessuno e centomila è l'ultimo romanzo di Pirandello ed è quello che ne sintetizza in maniera più completa il pensiero. È il romanzo dell'autoconsapevolezza, della presa di coscienza di sé, ma non come uno, bensì come altro da sé.
Il protagonista, Vitangelo Moscarda, persona ordinaria che vive di rendita avendo ereditato da giovane la banca del padre, un giorno, a seguito di una "innocente" osservazione della moglie relativamente all'essere storto del suo naso, entra in una crisi di identità, realizzando come lui, che si era sempre ritenuto Uno, fosse Centomila agli occhi degli altri e quindi, in fondo, realmente Nessuno. Ne deriva per il protagonista, così come per l'uomo che abbracci questo pensiero, un processo di disgregazione dell'Io fino ad allora concepito, ma non realmente vissuto, che porta alla creazione di un nuovo modo di vedersi e sentirsi, o, meglio, percepirsi.