Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Abitare la possibilità. Impossibile, con un tale vuoto

Recensione dello spettacolo Abitare la possibilità in scena al Teatro Cometa Off dal 13 al 15 ottobre 2017


“Io abito la possibilità
La mia sola occupazione è questa:
L’ampio dispiegarsi di piccole mani
Per raccogliere il paradiso”

 

Da questi versi di Emily Dickinson parte – o dovrebbe partire – Abitare la possibilità, una performance teatrale che alterna monologhi, riflessioni e letture con come protagonista Stas' Gawronski, supportato da Selene Gandini e Alfredo Troiano. 

Lo spettacolo ha una probabile origine nel laboratorio di scrittura dall’identico titolo che lo stesso Gawronski, insieme a Maurizio Panici, ha tenuto presso il Teatro Argot Studio quasi un anno fa. Si comincia, invece, con le Metamorfosi di Ovidio: il mito di Deucalione e Pirra, ennesima variazione di quell’episodio fondante e presente in qualsiasi antica religione che è il diluvio universale. L’immensa inondazione è riassunta suggestivamente dal grande agitarsi di sottilissimi teli di plastica, luci blu e effetti sonori ad hoc. Tutto ciò che verrà a seguire non è particolarmente memorabile: avere come obiettivo l’alternanza di soliloqui, ragionamenti, dialoghi e discorsi uniti a un tema decisamente libero non basta ad annullare la necessità di una drammaturgia che stia in piedi a prescindere dal talento degli attori. Stas' Gawronski, poi, chiaramente non lo è: lo si nota soprattutto durante la tanto tragica quanto delicata rievocazione di una comunità di sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale, nascosta all’interno di una catacomba.

L’elegante spazio scenico, quasi immacolato nel suo candore, o gli oggetti che via via compongono i racconti e ne divengono espressione – che siano un timone o una cassapanca – risuonano vuoti nella loro pulitissima essenzialità: il materiale con cui riempirli latita pericolosamente. Parole vengono pronunciate, gesti stilizzati, nomi fatti e ricordati: non accade nulla. Si assiste a una - purtroppo - sterile declamazione di aneddoti e storie arbitrariamente cuciti tra loro, come le assi di quella nave che si scontra con la furia degli elementi evocata all’inizio. Naufragando irrimediabilmente.

 

Cristian Pandolfino
15 ottobre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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