Martedì, 15 Aprile 2025
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Recensione del film La Stranezza di Roberto Andò

 

Sicilia, 1920. Luigi Pirandello, la cui scrittura è già celebre, si reca nella sua terra natia per rendere omaggio al collega e maestro Giovanni Verga per il suo compleanno. Arrivato però scopre che la sua balia, a cui era molto affezionato, è morta proprio quella sera. L’autore decide quindi di “offrirle” come ultimo gesto un funerale in grande stile. Durante questo evento, conosce i due becchini Onofrio e Sebastiano, che possiedono anche la passione per il teatro. I due invitano Pirandello a vederli, ignari di chi egli sia; ma quando lo scoprono non hanno il coraggio di fare un invito ufficiale, senza sapere che il professore in realtà ha accettato di andarli a vedere. Il drammaturgo però è tormentato da mille pensieri e fantasie, ma sta progettando quel testo teatrale che lo porterà alla fama mondiale. Che i due becchini possano essergli d’aiuto?

Il film di Roberto Andò è ben degno di poter essere considerato “pirandelliano” e non solo perché a che fare con l’autore siculo e la sua più nota opera teatrale, ma soprattutto per il grande contrasto che caratterizza la sua produzione.

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La serata finale della rassegna di cortometraggi Murmat Short Film Festival, tenutasi Domenica 19 Settembre 2021 presso il Centro Zalib.

 

Iniziative culturali e spazi hanno bisogno l'uno dell'altro. La cultura, per essere viva, ha bisogno di un ambiente, fatto di menti, ma anche di luoghi fisici accoglienti. Siti, altrimenti destinati all’incuria e all’oblio, si illuminano per uno schermo che si accende e fioriscono di energie positive.

Emblematica è quindi la collocazione della quarta edizione del Murmat Short Film Festival, manifestazione che si è fatta notare per la volontà di unire alla diffusione della cultura cinematografica un messaggio sociale, all'interno del Centro Giovani I Municipio, dove ha sede Zalib, libreria che sopravvive grazie ad uno spontaneo movimento di giovani. Questo piccolo giardino, situato in Via della Penitenza 35, alle spalle di Regina Coeli, in uno degli angoli più tranquilli e nascosti di Roma, è una fucina di iniziative giornaliere, ma anche, purtroppo, l’unico centro Giovani di questa agonizzante Capitale europea.

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Presentazione del film Enaiat, l’incredibile storia tratto dal bestseller Nel mare ci sono i coccodrilli al Teatrocittà e anteprima al Cinema Eden di Roma con la presenza dell’autore Fabio Geda e di Enaiatollah Akbari dalla cui storia è tratto il soggetto del libro e del film 

 

È stata organizzata in due giorni, il 6 e il 7 luglio, la presentazione del film Enaiat, l’incredibile storia tratto liberamente dal romanzo che ha venduto più di 600.000 copie in 10 anni ed è stato tradotto in 28 lingue: Nel mare ci sono i coccodrilli, il successo letterario di Fabio Geda del 2010. Ma per raccontare interamente e intensamente il vissuto autentico e fuori dal comune del protagonista Enaiatollah Akbari, non sarebbero bastati neanche gli 8 anni che lui ha impiegato a raggiungere l’Italia, periodo impregnato dall’estrema durezza e difficoltà iniziato nel momento in cui si è separato dalla madre per avere una vita più umana e degna di questo nome, impossibile nell’Afghanistan controllato dai Talebani. Il giorno 6 al Teatrocittà nel quartiere di Cinecittà e il giorno 7 al Cinema Eden situato nel cuore del quartiere Prati, a presenziare l’evento lo scrittore torinese Fabio Geda, Enaiatollah Akbari, il protagonista della storia, Patrizia Schiavo che oltre ad essere un’interprete all’interno del cast ha curato anche la regia e la drammaturgia, Antonio De Stefano nel ruolo di Enaiatollah, Eugenio Marinelli che ha ricoperto più personaggi.

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Recensione del film Il cattivo poeta. Scritto e diretto da Gianluca Jodice. In sala dal 20 Maggio 2021

 

Giovanni Comini appena nominato federale di Brescia, nel 1936, viene incaricato da Achille Starace, segretario del Partito fascista, di affiancare al Vittoriale il poeta comandante Gabriele D'Annunzio al fine di osservare e riferire le azioni e intenzioni del Vate. Questi, infatti, con la sua dichiarata  avversione alla politica mussoliniana di alleanza con Hitler, destava preoccupazione nel Partito che temeva un indebolimento del consenso popolare verso il Duce. Il poeta, effettivamente, dopo un primo periodo di vicinanza all’ ideologia fascista, ne prese progressivamente le distanze prevalentemente a causa dell’ impronta repressiva che questa aveva assunto. Durante la convivenza al Vittoriale, Comini rimane gradualmente e sottilmente affascinato, suo malgrado, dalla personalità del poeta che visto da "vicino " e, soprattutto, con i propri occhi assumeva, nella coscienza del giovane, un rilievo completamente diverso così difficile da ammettere, così pericoloso da dichiarare. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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