Giovedì, 24 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo Arkady andato in scena al Teatro Trastevere dal 23 al 26 gennaio 2018

 

C’è Arkady (Giulio Clerici), questo giovane di origini moldavo-russe che aveva aspirazioni da poeta ma è finito a fare il camionista. C’è suo Padre (Simone Caporossi), un dissidente finito in miseria una volta caduto il regime. C’è Alina (Alice Giorgi), giovane studentessa appassionata di Storia Contemporanea e prossima a dare una tesi sulla nostalgia dei russi per l’Unione Sovietica. E infine, ma all’inizio, c’è Azazael (Ana Kusch): burattinaia, grillo parlante, alter ego: il suo accento straniero e il fatto che sappia un sacco di cose passate e future suggerisce queste e molte altre ipotesi.

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Recensione dello spettacolo “Geppetto e Geppetto”, andato in scena al Teatro India dal 24 al 28 gennaio 2018 – Roma

“Se ci sarebbe più amore”
cit. Luca

La storia di Geppetto e Geppetto, scritta e diretta da Tindaro Granata è la storia, quanto mai attuale, di una coppia gay che vuole avere un figlio. Ed è la storia proprio di quel condizionale sbagliato.
Con una drammaturgia equilibrata e ben scritta, l’autore siciliano (vincitore nel 2016 del premio UBU come nuovo progetto drammaturgico), riesce a mettere in luce tutte le ombre che ogni tipo di nucleo familiare ha. Sia quello “canonico” che quello formata da due uomini.

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Recensione dello spettacolo “Il padre”, in scena al Teatro Quirino dal 23 Gennaio al 4 Febbraio 2018

 

È importante, forse necessario, rappresentare “Il padre” di August Strindberg, testo del 1887, oggi. La storia della caduta dell’uomo, minato in ogni sua virile certezza, offre molteplici argomenti per comprendere lo sviluppo della nostra società, ancora combattuta nella spartizione dei ruoli fra i due sessi e l’insicurezza esistenziale che attanaglia ancora troppi di noi, uomini e donne.

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Recensione dello spettacolo Border Line in scena a Carrozzerie | n.o.t il 26 gennaio 2018

 

Per chi, come me, è cresciuto sulla sua riva, il mare ha rappresentato un limite ma anche un’opportunità, un confine liquido che collega con la sua superficie terre lontanissime tra loro. Capace di allontanare per sempre ciò che un tempo era vicino e restituire alla spiaggia ciò che non gli è mai veramente appartenuto, il mare oggi acquisisce una valenza ancor più sociale: il tema degli sbarchi intasa, finendo con l’anestetizzarci, tante e troppe pagine di cronaca o politica. Una narrazione dove non è più il singolo al centro del racconto ma quella informe massa di disperati che tenta di sbarcare in un mondo migliore, attraverso mezzi che possono definirsi di fortuna solo quando l’odissea giunge a buon fine. Un movimento migratorio antico quanto la Storia dell’Umanità ma che per comodità della propria coscienza, pigrizia intellettuale, malafede economica e opportunità elettorale si tende a enfatizzare o meno a seconda del bisogno.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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