Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Settimo Cielo in scena al Teatro India dal 19 al 31 marzo 2019


La regista Giorgina Pi con la sua versione di Settimo Cielo, opera della drammaturga Caryl Churchill, fa compiere allo spettatore un salto temporale e culturale.
L'opera è ambientata in due periodi storici differenti, nettamente circoscritti in due atti. Nel primo  ci troviamo nell'Africa coloniale del 1879, mentre con il secondo ci trasferiamo a Londra nel 1979, periodo in cui è primo ministro la lady di ferro Margaret Thatcher.

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Recensione dello spettacolo: Eravamo tre amici al bar, con Gianfranco D’Angelo, Sergio Vastano e Tonino Scala. Regia di Mario Scaletta. In scena al teatro Roma dal 12 marzo 2019 al 24 marzo 2019


Da sorseggiare come un buon caffè, lo spettacolo vede in un tavolo del “solito” bar il ritrovo di tre amici di vecchia data che, in un’attesa Beckettiana, aspettano Giuseppe, il quarto amico e loro impresario: “vecchia sola” ed eterno debitore. Gianfranco D’Angelo e Sergio Vastano, entrambi romani, nei panni di se stessi, oltre ai loro percorsi professionali al Drive In ricordano con ironia e comicità episodi tipici della loro città, sempre meno riconoscibile e al contempo uguale a se stessa nei suoi paradossi. I due, ironicamente provocati dal terzo amico, il musicista siciliano Tonino Scala che fatica a comprendere la Città, cercano di raccontare i mille colori della Roma attuale comparandoli ad un passato più prevedibile e logico. Ma il bar, si sa, è luogo in cui il pensiero vola libero e sarebbe improprio trovare una logica o causalità nella concatenazione degli argomenti che sembrano materializzarsi da un mondo altro.

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Recensione dello spettacolo “I giganti della montagna”, in scena al Teatro Eliseo dal 13 al 31 Marzo 2019

 

Vestigia di un teatro in un luogo senza coordinate. Ruderi come un baluardo. “Villa Scalogna”, l’avamposto di Cotrone il Mago. O il suo ultimo eremo. Attorno figure bizzarre, dagli abiti variopinti, che strepitano stridule, si agitano convulse. Un grande telo ondeggiante, dove le proiezioni prendono forma. Nella sua ultima opera Luigi Pirandello, prima che il sipario sulla sua parabola artistica si chiuda, con un coupe de théâtre strappa via ogni maschera, l’orpello creato dalla ragione per dare un senso apparente alle cose (e al drammaturgo un filo su cui tessere una trama) e ci conduce dritti dietro di essa, nell’unica realtà possibile, quella della mente. La sua. Ci presenta le creature che la popolano, assurde solo per chi si ostina a credere all’apparente.

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Recensione dello spettacolo Radio Ghetto, andato in scena al Teatro Studio Uno di Roma nei giorni dal 14 al 17 Marzo 2019

 

Radio Ghetto sfiora il confine della docile interattività con lo spettatore, contrattando con lui un rapporto quasi esclusivo, rappreso nel suono pastoso e penetrante di un paio di cuffie radiofoniche, che lo isolano da tutto quanto è superfluo per proiettarlo in maniera quanto più verosimile possibile nella realtà descritta. Il linguaggio scelto dal collettivo autore di questo esperimento – umano, ancor prima che teatrale – trova in ciò una vincente strategia di rappresentazione di un tema che, non di rado, rischia di sfociare in dissertazioni moraliste, tinteggiate da una marcata nota di buonismo che da tutta l’aria di voler impartire una boriosa lezione di etica perbenista e generalista.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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