Martedì, 26 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Ogni volta che guardi il mare in scena al Teatro Lo Spazio dall'11 al 16 ottobre 2016

È il ritratto di una donna e di una terra divisa a metà. Di una madre costretta a scegliere tra due vite, la sua e quella di sua figlia, e di un paese, Petilia Policastro, nell’entroterra calabrese, consumato dall’omertà e dal desiderio di libertà, dai ricordi d’infanzia e dal sogno di un futuro che non c’è.

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Recensione dello spettacolo Le città invisibili in scena al Teatro Sala Uno di Roma dall’11 al 16 ottobre.
“(...) è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati”.

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Recensione dello spettacolo Vorrei la pelle nera in scena al Teatro Brancaccio dal 13 al 23 ottobre 2016

Vorrei la pelle nera in scena al Teatro Brancaccio di Roma dal 13 ottobre è un viaggio all’interno della musica Soul, la musica dell’anima, quell’anima che non ha colore. Il titolo del musical dà, infatti, spunto per raccontare la storia di Luca (Luca Jurman) un ragazzo timido che lavora come cameriere al Motown club, un locale che prende il nome dalla famosa casa discografica Motown fondata da Berry Gordy jr nel 1959 dapprima con il nome di Tamla records e poi incorporata come Motown Record Corporation nel 1960 a Detroit. Motore della città questo il significato del neologismo, la Motown creando il motown sound, partendo da una base soul e aggiungendo un’influenza pop, fu attrice dell’integrazione razziale in ambito musicale. 

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Recensione dello spettacolo l'Una dell'Altra in scena al Teatro Studio Uno dal 7 al 10 aprile 2016

Semifinalista al Roma Fringe Festival dell’edizione 2015, L’una dell’altra fa tappa al Teatro Studio Uno, e in quel di Torpignattara prendono vita sulla scena piccoli drammi esistenziali, resi leggeri nella forma, ma che ognuno può avvertire come propri, riconoscendosi.

Perché una dell’altra? Perché una dell’altra ha percepito e compreso solitudine e debolezze, perché nell’altra, che è diversa, c’è in realtà lo stesso squarcio d’anima, le stesse insofferenze, affrontate diversamente, eppure entrambe forti, ugualmente invalidanti.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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