Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Se devi dire una bugia dilla grossa, due atti di Ray Cooney, versione italiana Iaia Fiastri. Con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e Paola Quattrini. Regia originale di Pietro Garinei. Nuova messa in scena: Luigi Russo. In scena al Teatro Quirino dal 15 al 27 marzo 2022

 

Imprevedibile. Come l’apertura incessante di porte, dove non sai mai se ad entrare è la persona che aspettavi o quella da cui fuggire.  Dinamico, come il cambiamento repentino di ruoli, identità e bugie per coprire altre bugie e altri ruoli. In un valzer di equivoci e  sotterfugi che, come porte irrequiete, dischiudono altri orizzonti e intrecci, si muove la commedia in due atti di Ray Cooney diretta in origine da Pietro Garinei nel 1986.

L’onorevole Riccardo  De Mitri ( Antonio Catania) alloggia con sua moglie Natalia (Paola Quattrini) all’interno del Palace Hotel. Il desiderio di intimità,  reclamato dalla moglie,  sembra proprio che Riccardo l’abbia destinato ad altre, avendo infatti predisposto un incontro segreto nello stesso albergo con la sua amante Susanna Rolandi (Paola Barale). Per realizzare il suo piano, egli chiede la collaborazione del suo collega di partito, Mario (Gianluca Ramazzotti), obbligandolo ad effettuare, con un nome fittizio, la prenotazione di una stanza matrimoniale, per poi cederla ai due adulteri. A sua volta anche Mario avrà qualcosa da nascondere all’onorevole De Mitri: infatti, suo malgrado,  per un equivoco accorso durante il tentativo di mascherare alla signora Natalia la verità,  sarà vittima dei bollenti desideri di questa. Un rigido direttore d’albergo (Ninì Salerno), un cameriere oltremodo intrusivo, un’antagonista politica moralmente ferrea e bacchettona sono solamente un frammento delle variabili impazzite che complicano e si oppongono all’intenzionalità iniziale, incarnandone di fatto il ruolo di antagonista. Per non parlare poi dell’improvviso arrivo del marito della Rolandi, (Sebastiano Colla) anch’egli capitato nell’albergo per un ennesimo equivoco.

Recensione dello spettacolo Don Chisciotte in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 15 al 27 marzo 2022

 

“Su, non faccia il pigro, si alzi da questo letto, e andiamocene in campagna vestiti da pastori come s’è fissato, e chi sa che dietro a qualche siepe non si trovi la signora Dulcinea disincantata, che sia una meraviglia a vedersi”.

Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes Saavedra 

 

Alessio Boni e il suo Don Chisciotte illuminano la platea dell’Ambra Jovinelli. “Suo” perché è frutto di una regia collettiva, insieme a Roberto Aldorasi e Marcello Prayer. Sul cavallo Ronzinante, una mirabolante macchina costruita in maniera sorprendente tanto da affezionarsi ai gesti del cavallo e a cui il bravissimo “ippoattore” Biagio Iacovelli dà vita, entra in scena il baldanzoso protagonista, Don Alonso Quijano, nobile della Mancia: l’hidalgo è un appassionato lettore di romanzi cavallereschi, che divora al punto da non saper più distinguere la realtà dalla finzione. La storia di Miguel de Cervantes è ampiamente conosciuta: Don Alonzo si convince di essere un cavaliere errante con il compito di proteggere gli oppressi: diventa così Don Chisciotte e, immaginando di poter ottenere, grazie alle sue imprese, la corona di Imperatore di Trebisonda, muove all’avventura con il suo malconcio cavallo, accompagnato dal fido scudiero Sancho Panza. Secondo i canoni della cavalleria, che, pur pazzo, Don Chisciotte segue meticolosamente, egli necessita di una dama da servire e del cui amore essere degno: don Chisciotte crea così la principessa Dulcinea del Toboso, a cui anela in modo romantico e che rappresenta il fil rouge dell’intera avventura in scena.

Recensione del musical Tutti parlano di Jamie in scena al Teatro Brancaccio di Romadal 11 marzo al 3 aprile 2022 

 

Il protagonista del nuovo musical in scena al Brancaccio è Jamie, un sedicenne inglese di Sheffield, la cui storia è tratta da vicende reali. Si tratta di un adolescente che per certi aspetti è simile a tutti i suoi coetanei: va a scuola, ha degli amici, sogna ad occhi aperti sul futuro, nel contempo si percepisce differente, non compreso profondamente e non accettato. Jamie si sente interiormente una donna e vorrebbe esprimere la sua femminilità anche attraverso il look: il suo desiderio più grande è quello di diventare una drag queen. La madre e la sua migliore amica, sono riuscite a compenetrarsi con lui, appoggiandolo e difendendolo contro tutti.

Recensione dello spettacolo Coppia aperta, quasi spalancata di Franca Rame e Dario Fo, in scena al Teatro Sala Umberto dal giorno 8 al 13 marzo 2022. Con Chiara Francini e Alessandro Federico. Regia di Alessandro Tedeschi

 

“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”.  In queste poche frasi chiave, si racchiude il significato essenziale di una delle opere teatrali più rappresentate al mondo. Il dibattito sulla possibilità della coppia aperta è aperto e insoluto da sempre, esistono molteplici tentativi di realizzarla, ma come ci indica il testo drammaturgico di Dario Fo e Franca Rame, l’esperimento funziona solo se le regole del gioco valgono per entrambi. Nel 1983, anno a cui risale la stesura della commedia, l’Italia è un paese fintamente emancipato in cui gli effetti della contestazione degli Sessanta e Settanta, influiscono solo parzialmente sulla cultura imperante. Una prova ne è la vicenda narrata di Antonia e dell’Ingegner Mambretti. Lui, uomo curato, narcisista, annoiato dalla ripetitiva vita coniugale, va alla ricerca di emozioni al di fuori del matrimonio. Lei, una donna vestita in modo trasandato, capelli in disordine, si sente invisibile, trascurata, non più desiderata dal marito con cui non ha più una vita sessuale da anni. Ma ciò che infiamma di più l’anima di Antonia, è la pretesa del coniuge che lei accetti con serenità questa condizione di moglie considerata come una madre che si stima e si rispetta. Per lui, efficace manipolatore, avere una vita sentimentale intensa al di fuori della coppia, può tranquillamente coesistere con la presenza della moglie in casa che vorrebbe addirittura come complice e consigliera nelle sue relazioni extraconiugali. A scuoterla dal suo dramma interiore, il figlio di 24 anni che la spinge a diventare indipendente, ad andare via da casa, a trovare un lavoro, a prendersi cura del suo corpo e del suo look: passa dal sopportare, al sottomettersi all’autonomia! Dopo tanti momenti di angoscia e di invisibilità, finalmente un uomo giovane, bello e stimolante entra nella vita di Antonia, ma le regole del gioco che valevano per lei, sembrano non valere anche per il marito che improvvisamente si sente spodestato, rivuole la sua donna, ritorna a desiderarla…

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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