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Panicabaret: demoni dentro e fuori di noi chiudono la Trilogia clandestina o dei mostri
Recensione dello spettacolo Panicabaret in scena allo spazio Recherche il 1° marzo 2024
C’è una donna dall’aria a metà tra l’angustiato e il compiaciuto (Chiara Migliorini) ad attendere il pubblico che si è dato appuntamento nei sempre accoglienti e ricercati spazi creati all’interno di Recherche per Panicabaret: la creazione che, dopo Red room e Toxic game, è chiamata a chiudere la cosiddetta Trilogia clandestina o dei mostri. Felice di velare il suo sguardo nel proprio cappello, l’ospite racconta di quanto ami i prima e detesti i dopo, sia per ciò che riguarda gli incontri nel foyer del teatro sia nel suo privato. Un invito ad avere il coraggio di bere ognuno dal bicchiere offerto, che predisporrà all’esperienza, ed eccole le visioni scaturite: dalla fantasia di chi ci parla o dalla nostra? Un tragico pagliaccio in frac (Filippo Nencioni) e una specie di bambola vivente (Benedetta Rustici) iniziano a seminare interrogativi invece di risposte, che aumenteranno con il proseguire della serata, accompagnati dagli interventi dal vivo di un candido musicista (Marco Bonucci) che sembra sempre più esposto al pericolo.
Dove segneresti un corpo che ti viene presentato, non sapendo se si tratta di un cadavere o di una donna in stato di incoscienza? Cosa provi di fronte a una possessione? Quanto è credibile la verità di una bambola umana con lacrime dipinte di rosso? Ti andrebbe di rivelare un segreto a un Pierrot muto? Cosa c’è dietro le tende di una recita se si ha la possibilità di spiare gli attori tra una scena e l’altra? In mezzo a tanti personaggi messi e dismessi dagli artisti ci sono riflessioni sul potere, il sesso, la fiducia, il dominio, i demoni che arrivano ad avere inevitabilmente i tratti di chi guarda un gran finale con tanto di torch song.