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Pino Quartullo. Il suo ritorno a "Quando eravamo repressi" e tanti altri nuovi progetti.
Intervista a Pino Quartullo in scena con lo spettacolo Quando eravamo repressi in scena al Teatro Ghione dal 19 al 30 ottobre 2016
Che effetto fa rivedere in vita non solo un testo di tanti anni fa, ma un testo che subì una censura nella sua trasposizione cinematografica?
Rilavorare a QUANDO ERAVAMO REPRESSI ha scatenato in me un mare di ricordi, momenti straordinari accompagnati da una indescrivibile gioia ed allegria: una telefonata di Vittorio Gassman che mi dice che vuole produrre la commedia perché gli è molto piaciuta, rivelare alla debuttante Lucrezia i segreti dello stare in scena, io e Francesca d’Aloja dal sessuologo di borgata per simulare calo del desiderio e scoprire quale terapia avrebbe dato alla coppia, Oliver Stone che ha sentito parlare del film e viene a vederlo al cinema Quirinale, Raoul Bova per la prima volta sulla schermo che mi chiede di aiutarlo a studiare recitazione, le file al botteghino del Piccolo Eliseo, con tanto pubblico rimasto fuori…. sono ripiombato 26 anni indietro, una fase della mia vita prorompente e piacevole come la prima volta che si fa l’amore. Anche i divieti e le censure ci aiutarono ad avere ancora più successo e notorietà. E ancora adesso, viviamo di rendita, al Teatro Ghione, e abbiamo tanto pubblico.