Domenica, 24 Novembre 2024
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Commedia con un meccanismo comico perfetto, che mantiene intatto il fascino elegante di una macchina teatrale molto curata e rifinita. 

Attraverso una rilettura in siciliano, attenta a non intaccare la struttura della commedia, i personaggi acquistano una nuova linfa che si inserisce nel solco che la grande tradizione teatrale siciliana ha percorso, anche attraverso la traduzione di un dialetto di classici, dei più grandi drammaturghi di ogni tempo. 

Un mondo sicuramente a misura di un interprete come Enrico Guarneri che attraverso una vis comica forte ed energica fa rivivere con slancio il personaggio di Arnolfo.

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Sarà in scena al Teatro della Cometa dal 5 al 24 maggio 2015 NESSUNO MUORE, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Luca De Bei (Premio Le Maschere 2011 "Miglior Autore di Novità Italiana" per  Le Mattine 10 alle 4). In scena: Andreapietro Anselmi, Maria Vittoria Argenti, Chiara Augenti, Michele Balducci, Federica Bern, Giulio Forges Davanzati, Alessandro Marverti, Arianna Mattioli.

Nessuno Muore racconta le storie di otto personaggi che si incrociano sul palcoscenico, componendosi e ricomponendosi sempre in scene a due, così che lo spettatore comprende i legami che li uniscono, e le dinamiche tra di loro man mano che procede lo spettacolo. Si arriva così a comporre un puzzle, uno spaccato di vita contemporanea basato su rapporti burrascosi, alienati, in conflitto aperto o sotterraneo, ma in situazioni in cui alberga anche ironia, dissacrazione, leggerezza. Sono rappresentati così i nostri tempi, futili e impegnativi al tempo stesso,  i disagi del vivere, di relazionarsi, di capire quale sia lo scopo di questa esistenza così frenetica ma spesso così priva di significati.

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Spregevole: un testo (di Dario D'Amato) e un’interpretazione unica (di Edoardo Pesce) che non a torto possono essere definite un vero e proprio “rosario della rabbia”, in scena dal 7 al 10 maggio al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma. Diretto dal giovane regista Gabriele Galli, Pesce affronta un monologo duro e cruento che denuncia il rancore di un disincanto svanito, quello per la propria città, Roma, alla pari di qualsiasi amore scaduto.

Si tratta di uno spettacolo totalmente provocatorio, tanto ricco di denunce verbali quanto di ricerca di riconferme delle passate aspettative: “è il racconto di un uomo che si sta perdendo - afferma Edoardo Pesce in questa sua importante prova d’attore sul palco - e nel suo ordinario giorno di follia quotidiana si ritrova solo con le sue parole e con quelle dell’Antico Testamento. Stornellatore dell’odio, dell’insofferenza, scorretto, brutale eppure appassionato, quasi lirico, il protagonista prende la Città Eterna come uno spartito e ci cammina sopra, in una discesa siderale che parte come qualcosa che dovrebbe scatenare la risata per poi sprofondare nell’amarezza”.

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«Il mio laboratorio.

La nostra casa. Il suo giardino.

Avevo lavorato anni per avere tutto questo. Da quando ero giovane avevo il desiderio di vivere in un posto così. Per potermi dedicare allo studio degli orologi. Il Tempo e il suo scorrere incessante. Immutabile eppure sempre diverso. Irripetibile.

Inaccettabile. Qualcuno doveva pur fare qualcosa.

Non vorreste rivedere i vostri cari estinti signori? Non c’è nessuno qui con il desiderio di rimediare a quanto fatto o detto inavvertitamente in momenti passati? Nessun pentimento? Nulla da rimpiangere? Rimorsi invece? Niente?

Non c’è forse un aspetto malsano e sadico in tutto questo.. correre?

Sì perché il Tempo in verità non “scorre”.. ma corre!

Lo dovevo fermare.»

(Dal monologo dell'orologiaio Ics in “Indietro di un'ora”)

 

 

“Indietro di un’ora” è un’opera musicale moderna scritta e diretta dal regista Andrea Donatiello e dall’artista Giorgia Reggimenti.

Silenzio. Penombra. Un luogo dove il tempo ha cessato di esistere. E’ qui che si trova Ics, noto artigiano di orologi ossessionato dall’impadronirsi del segreto del Tempo. Una figura si scorge nel buio oltre la sua: un essere con testa di coniglio, dal fare grottesco, senza nome e al quale Ics si rivolgerà chiamandolo “MyFriend”. 

Ics non comprende dove si trovi, ma sarà MyFriend a fargli luce: un antro al di fuori del tempo, dal quale l’orologiaio non può fuggire malgrado i suoi sforzi, nonostante tutte le sue ostinazioni di tornare da sua moglie che a dir sua è da qualche parte sola, che lo attende. Ma è ancora il coniglio a rivelargli la realtà dei fatti: sua moglie è morta, non ha nessuno da cui tornare, e per il suo bene farebbe meglio ad andare dove è invece lui a volerlo portare.

Permettendo così al Tempo di poter ripartire.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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